Milano: Cristiani in Asia, martiri e speranza
Il Centro Culturale “San Protaso” ha organizzato l’incontro dal titolo “Cristiani in Asia, martiri e speranza”, la situazione della Chiesa nei paesi induisti e buddisti, con particolare riferimento a India e Cina.
L’Asia e in particolare l’India e la Cina, stanno diventando il cuore del mondo dal punto di vista della popolazione e dell’economia. In essi si affermano limiti forti alla libertà religiosa e violenze verso i cristiani. La loro presenza sembra mettere in crisi il potere delle autorità e il progetto economico su cui lavorano le loro oligarchie. La presentazione di alcune figure di testimoni della fede fa comprendere che il contributo dei cristiani è essenziale al bene dei due Paesi e dell’Asia.
E’ intervenuto
padre Bernardo Cervellera, direttore di AsiaNews
Cronaca dell’incontro
Cristiani in Asia, che cosa imparare? Perché il potere odia i cristiani? Perché un governo, un imperatore, un partito politico, una dittatura, con tutto l’apparato di controllo e protezione di cui può disporre, considera un pericolo la presenza di una comunità cristiana?
È stato così fin dall’inizio. Già nella Lettera a Diogneto del II secolo era scritto dei cristiani: «Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Non sono conosciuti, e vengono condannati». È stato così in Israele al tempo di Gesù, è stato così a Roma nei primi secoli, quando è iniziata l’evangelizzazione, è stato così tante volte nella storia, ed è così oggi in tante parti del mondo.
Questa domanda mi è sorta ascoltando padre Bernardo Cervellera relatore dell’incontro “Cristiani in Asia, martiri e speranza” di giovedì 8 febbraio. Padre Bernardo, Direttore di AsiaNews, conosce molto bene la situazione dei cristiani in Asia e ci ha parlato in particolare della situazione in Cina e in India, dove le comunità cristiane soffrono varie forme di persecuzione.
La relazione di padre Bernardo offre due risposte molto interessanti.
La prima emerge dalla situazione in Cina: i cristiani sono odiati dal potere perché non sono dominabili in quanto resi liberi dall’incontro con Cristo. Padre Bernardo ha detto: «La Cina ha paura della libertà individuale. Quando uno scopre la fede, di fatto capisce che la sua vita non dipende più dal partito, ma dipende da Dio. Uno sa che quando la sua vita dipende da Dio è libero. Questa cosa sbriciola il muro del totalitarismo».
La seconda viene dall’India: i cristiani mettono in crisi il sistema economico e sociale perché amano tutti e aiutano tutti, non solo quelli del proprio gruppo (“se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? non fanno così anche i pubblicani?”). Con le parole di Padre Bernardo: «I cristiani lavorano per i poveri, per i diseredati, cioè per quelli che costituiscono la mano d’opera a basso costo dell’India, garantendo una produzione molto competitiva».
Questa è la potenza del Cristianesimo! Chi incontra Cristo scopre la propria vera natura, scopre di essere libero dai condizionamenti del mondo e scopre che ogni uomo è il proprio fratello. L’incontro con Cristo cambia il cuore dell’uomo e così cambia anche il corso della storia.