Milano: Rembrandt, o del padre misericordioso
Nell’anno giubilare della misericordia, la compagnia Exire offre una meditazione in forma di teatro, per mostrare quanto ogni uomo sia bisognoso di perdono e al tempo stesso bisognoso di perdonare, indipendentemente dal suo stato e dalla sua età, secondo quell’Amore gratuito che può dire: “questo tuo fratello era morto ed è ritornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.
Lo spettacolo “Rembrandt, o del padre misericordioso” è una rilettura teatrale della parabola del Padre misericordioso, meglio nota come la parabola del Figliol Prodigo (Lc 15,11-32), attraverso il filtro dell’arte e della vita di Rembrandt, pittore olandese tra i più noti.
Alla morte dell’artista, tra i suoi pochi averi, venne ritrovata la tela Il figliol prodigo (oggi conservata all’Hermitage di san Pietroburgo), ultima opera dipinta da Rembrandt, realizzata non per una committenza ma per se stesso.
La biografia del pittore olandese può essere riletta alla luce della vicenda narrata dall’evangelista Luca. Egli è il figlio minore: a una giovinezza di successo, con grandi guadagni e sperperi, arroganza e superbia, segue un’età matura di fatiche, stenti, debiti e oblio. Molti lutti visitano la sua casa: muoiono l’adorata moglie Saskia, 5 figli, tra cui il prediletto figlio Titus, e la compagna della sua vecchiaia, Hendrickje. Gli sopravviverà solo l’ultima figlia, Cornelia.
Ma Rembrandt è anche il figlio maggiore: i biografi lo descrivono come un uomo rancoroso, egoista, vendicativo, incapace di rispettare gli altri.
Infine egli è pure il Padre: padre in senso fisico, che ha conosciuto il dolore per la scomparsa di 5 figli, ormai senza più moglie, ma anche padre in senso spirituale, capace alla fine di pesare e capire cosa rende degna una vita, dando vita alla tela evangelica: nel vecchio cieco del quadro egli rappresenta la sua anima, dandole forma e colore, profondità e verità. In questo modo, però, il pittore manifesta l’anima di ogni uomo.
Alla fine dell’esistenza, anelante il perdono, Rembrandt ha il coraggio di dipingere una meditazione artistica di rara intensità, andando oltre il dettato evangelico per penetrare nell’intimo della storia.
Lo spettacolo sarà un’attualizzazione della vicenda di Rembrandt, secondo la più nota delle parabole di Gesù, in un passaggio graduale e continuo dalla vicenda dell’artista a quella del Vangelo, per arrivare infine al pubblico, chiamato a riconoscersi nelle vesti ricche prima e macere poi del figlio minore, negli abiti tenebrosi del figlio maggiore, nel rosso mantello accogliente del Padre buono.
Sulla scena il vecchio pittore, in un tempo di bilanci: ormai prossimo alla morte e al termine del dipinto, rilegge il suo percorso esistenziale, con l’aiuto di alcuni personaggi, dalla figlia a un amico, tutti chiamati a rispondere personalmente allo scandalo del racconto biblico e chiedersi cosa siano la giustizia, il perdono, la paternità, la libertà.
Ma il vero protagonista sarà il quadro, nel mezzo, con cui sia gli attori che il pubblico dovranno fare i conti.
Rembrandt, o del Padre misericordioso
di Sergio Di Benedetto
regia di Fabio Sarti
una produzione della compagnia Exire
compagniaexire@gmail.com