Padova: “La prima politica è vivere”
Maurizio Lupi, La prima politica è vivere, edizioni Mondadori (collana Saggi) 2011, 108 pagg.
Mai forse come in questo momento storico le quotazioni della politica sono cadute in basso nella pubblica considerazione. Eppure, proprio in questo momento storico in cui al governo del Paese c’è un tecnico alla guida di tecnici, occorre riscoprire le ragioni della politica vera, quella che sa dialogare senza rinunciare alla propria identità nella prospettiva del bene del Paese. Per questo motivo l’Associazione culturale universitaria “Antonio Rosmini”, con la partecipazione della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico della Diocesi di Padova (Fisp) e del Centro Universitario Padovano propongono la presentazione del volume La prima politica è vivere (ed. Mondadori 2011) di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati.
ll testo sarà presentato da Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, alla presenza dell’Autore. Introdurrà Daniele Marini, professore di Sociologia del Lavoro e dei Sistemi Organizzativi all’Università degli Studi di Padova.
Maurizio Lupi è un cattolico impegnato in prima linea nella cosa pubblica. È stimato dai suoi elettori, ma anche dagli avversari politici. Eppure in un momento storico travagliato e difficile come quello che stiamo vivendo – che vede il riemergere della questione morale, la drammatica crisi economica e una politica percepita come sempre più lontana e luogo di privilegi – ci sono alcune scottanti domande che molti cittadini, critici, giornalisti gli pongono, attraverso articoli, lettere o negli incontri pubblici: cosa vuol dire essere morale per un politico? Vita privata e responsabilità pubblica coincidono? Quando una legge è giusta? È coerente che un cattolico faccia politica insieme a persone di diversa estrazione, stile e cultura?
Per provare a rispondere a questi interrogativi, da lui stesso avvertiti con urgenza, nel volume Maurizio Lupi ripercorre il suo personale cammino, che si intreccia profondamente con la nostra storia recente, con i temi e le questioni fondamentali della politica e della società italiana. L’incontro con don Giussani e Comunione e Liberazione. Le esperienze manageriali in Lombardia nei primi anni Novanta, a contatto con il tessuto produttivo del Paese. I primi passi in politica come assessore comunale nella giunta Albertini, laboratorio del centrodestra che sarà. La battaglia per l’affermazione del principio di sussidiarietà che porterà, anni dopo, alla nascita di un Intergruppo parlamentare bipartisan. E poi, ancora, la nomina a vicepresidente della Camera, un ruolo che gli farà comprendere appieno il valore delle istituzioni e il senso della Giustizia. Il risultato è un viaggio nella memoria privata e collettiva, in cui spiccano le storie di politici, religiosi, imprenditori, semplici cittadini, tutti accomunati dalla passione per ciò che fanno e per il Paese in cui vivono.
«Si tratta di una riflessione personale sul rapporto tra fede e politica, che svela perché il cristianesimo ha a che fare con ogni aspetto della vita e perché la politica non può essere ridotta solo a un problema di coerenza, spiega l’autore, «ma va misurata anzitutto nella sua capacità di lavorare per il bene comune e offrire risposte efficaci ai bisogni dei cittadini». Unica condizione è la voglia di essere «protagonisti» della propria esistenza, ognuno con il suo ruolo e con le responsabilità cui è chiamato a rispondere. Perché se sei attento a te stesso, sei attento all’altro, non aspetti più che il problema venga risolto dall’università, dallo Stato, dal comune, ma diventi tu stesso motore del cambiamento. La prima politica, insomma, è vivere.
(comunicato stampa a cura di Eugenio Andreatta)