Guido Mezzera: Appunti dalla pandemia

Maggio 22, 2020
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UN GIORNO DOPO L’ALTRO
Non un diario, non un resoconto
semplicemente alcuni appunti
per non dimenticare adesso e anche dopo.

Guido Mezzera, dopo la laurea in letteratura moderna e contemporanea, ha svolto dapprima l’attività di imprenditore nell’azienda di famiglia e poi di consulente societario, «senza mai rinunciare a guardare, a stupirmi, a leggere, a scrivere». Suoi sono infatti Il dono dell’abbraccio (Pietro Macchione Editore 2014), L’amicizia di Zanco (Itaca 2015) insieme a Maurizio De Bortoli, Le scarpe del tennis e L’onda di ieri (Itaca 2017).

In questo periodo pandemia e di conseguente lockdown proprio a partire dal suo mai spento desiderio di stupirsi, nasce questo non-diario, questo fermo immagine degli occhi e del cuore per non dimenticare e cogliere tutto il significato della realtà e non solo il suo porsi all’apparenza. Ora questo lavoro è giunto alla sua ottava settimana, e durerà ancora quante altre? “Non lo so, dipende da ciò che accadrà” dalle sue parole che ancora una volta indicano che è alla realtà che bisogna obbedire.

Qui di seguito un estratto dell’ottava settimana: Domenica 17 maggio: bagagli
“Domani si torna, domani si riapre, domani si ricomincia, domani si riparte.E all’improvviso ci cattura questa fretta. Dopo cento giorni scanditi da bollettini quotidiani, attesi intorno alle sei di sera, da collegamenti via web, attesi a qualsiasi ora, dall’uscita per la spesa, attesa già da ieri o ieri l’altro, ora non possiamo più attendere! Come ospiti di un rifugio di alta montagna,costretti per alcuni giorni a rimanerci, per l’infuriare della tempesta: a sera, via radio, è arrivata la notizia che domani farà bel tempo. Subito ci affanniamo a raccogliere le nostre cose, a riempire le nostre valigie. Non facciamo molto caso a quello che ci infiliamo: forse, dopo, ci rammaricheremo di aver dimenticato qualcosa, o abbandonato, perché di scarso valore. Alcune erano nostre, altre erano delle persone che erano con noi: cose che abbiamo condiviso con altri. Forse, queste ultime saranno quelle che più rimpiangeremo. Forse anche quelle persone. Ma domani si riparte! Questo è ciò che conta! Così saranno i nostri bagagli a dare significato a questo tempo trascorso: saranno la nostra memoria. Disfando la valigia della nostra vita ritroveremo ciò che siamo stati, come siamo cambiati, cosa abbiamo vissuto. O forse no.”


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