Il Manzoni e la peste

Febbraio 28, 2020
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Molti in questi giorni hanno ricordato il XXXI capitolo dei Promessi Sposi, proponendo Manzoni come maestro capace di condurci a guardare nella «peste» dei momenti di umanità che si accendono. E’ incredibile il percorso che fa fare al lettore di guardare tutto e di cogliere gli accenti di umanità vera nella situazione di crisi.

E’ il metodo dell’esperienza che ci colpisce in Manzoni, dettagliato alla fine del cap. XXXI dei Promessi Sposi, proprio a proposito del “giudizio” sulla peste: «In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l’idea s’ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste; vale a dire peste sì, ma in un certo senso. no peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente peste senza dubbio, e senza contrasto, ma già ci si è attaccata un’altra idea, l’idea del veneficio e del maleficio, la quale altera e e confonde l’idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro. Non è credo, necessario d’esser versato nella storia delle idee e delle parole, per vedere che molte hanno fatto un simil corso…Si potrebbe, però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare. Ma parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell’altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po’ da compatire».

Rivedi gli incontri del Centro Culturale di Milano dedicati ai capitoli finali dei Promessi Sposi dal titolo “I Promessi Sposi nella città contemporanea
a cura di Luca Doninelli.

Incontro sul Capitolo XXXI con Luca Doninelli e Armando Besio
Incontro sul Capitolo XXXII on Luca Doninelli e Ruggero Eugeni. Lettore: Valerio Bongiorno

Leggi la Lettera agli studenti del Preside del Liceo Scientifico Statale A.Volta di Milano, 25 febbraio 2020


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