E’ il libreria il volume antologico bilingue di Paolo Valesio “Il servo rosso, The red servant. Poesie scelte (1979-2002)”, Puntoacapo, 2016, pagg. 326, euro 30, tradotto da Graziella Sidoli e Michael Palma. Si tratta di un’importante proposta di Paolo Valesio, che a distanza di più di 35 anni dall’inizio delle pubblicazioni dei suoi libri di poesia, comincia a farne un bilancio e in questo libro accorpa le prime opere edite tra il 1979 e il 2002. Valesio definisce “primo capitolo” di un lungo “romanzo” di poesia questa scelta antologica, in cui trovano posto le sue migliori poesie di tono religioso o, meglio, di ricerca dell’Assoluto, a cominciare da Prose in poesia (1979) fino a Ogni meriggio può arrestare il mondo (2002). In mezzo ci sono altre nove raccolte, dalle quali sono state estratte le poesie di maggiore impatto religioso, soprattutto quelle di Volano in cento (2002), una sequenza completa di cento “dardi”, che sono illuminazioni immediate, rapide, brevi – “volano come dardi” ha scritto lo stesso Valesio – per accendere momenti di riflessioni, di pensieri, di percezioni, sempre di atmosfera religiosa, che giostrano tra le forme dell’epigramma, dell’aforisma, o del frammento. In particolare, poi, devo sottolineare l’efficacia espressiva delle cosiddette “preghiere”, estrapolate dal libro Piazza delle preghiere massacrate (1999).Si tratta di un’importante proposta di Paolo Valesio, che a distanza di OLTRE 35 anni dall’inizio delle pubblicazioni dei suoi libri di poesia (“ho cominciato molto tardi a scrivere poesia”, ha scritto l’autore), comincia a farne un bilancio e in questo libro accorpa le prime opere edite tra il 1979 e il 2002. Valesio definisce “primo capitolo” di un lungo “romanzo” di poesia questa scelta antologica, in cui trovano posto le sue migliori poesie di tono religioso o, meglio, di ricerca dell’Assoluto, a cominciare da Prose in poesia (1979) fino a Ogni meriggio può arrestare il mondo (2002). In mezzo ci sono altre nove raccolte, dalle quali sono state estratte le poesie di maggiore impatto religioso, soprattutto quelle di Volano in cento (2002), una sequenza completa di cento “dardi”, che sono illuminazioni immediate, rapide, brevi – “volano come dardi” ha scritto lo stesso Valesio – per accendere momenti di riflessioni, di pensieri, di percezioni, sempre di atmosfera religiosa, che giostrano tra le forme dell’epigramma, dell’aforisma, o del frammento. In particolare, poi, devo sottolineare l’efficacia espressiva delle cosiddette “preghiere”, estrapolate dal libro Piazza delle preghiere massacrate (1999).
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Proponiamo alcune poesie:
Uno strano trionfo
Dopo la Resurrezione,
il mondo è invaso dalla confusione
e le umane vite son corse
che si intercrociano
frenetiche e contraddittorie
vi è ancora chi muore dopo aver vissuto
ma adesso vi è anche
chi prona di vivere muore
e chi soltanto dopo molto vive.
Saltando e risaltando oltre il confine,
cavallette della vita attiva,
tentiamo di trascendere la morte;
e il sublime genera commedia.
Ma dall’humus dei campi del disordine
virtuosa pianta germoglia:
la compassione.
***
La tentazione
Forse passai la vita respirando,
giornata dopo giornata,
gli odori di un’alba non mia.
Viene sopra di me la tentazione
della disperazione:
io e la vita mia,
mai ci siamo incontrati. Ma poi penso:
queste albe qualcuno le ha mandate;
queste albe, qualcuno
le deve accogliere.
Da Piazza delle preghiere massacrate (1999)
(traduzione di Michael Palma)
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Dardo 1
Mi dicono che sei Cristo di dolore
ma per me sei qualcosa come un sole
impassibilmente ardente
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Dardo 19
Io prego e non comprendo
che cosa sia preghiera.
Polimorfa richiesta indifesa
per cui pregare vuol dire
vincere la vergogna
che si annida in ogni petizione?
O è afferrate la corda che salva,
la monistica supplica di unione?
***
Dardo 23
Sifgnore fa’ che ogni ruga del reale
mi torni interessante -e non basta:
che sia strana, che sia perplessamente.
Mantienimi in un continuo stato
di allarme bianco.
***
Dardo 34
Ho amato con amore stortignaccolo,
con un amore stanco e ammaccato,
ma posso dire – marinaio esausto
che s’abbatte sulla spiaggia
dopo un viaggio-naufragio –
che ho amato. E adesso?
Sulla spiaggia a braccia vuote
con la maglia incollata d’acqua e sale,
e adesso?
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Dardo 49
Parlo con Cristo, e con la carta bianca.
La carta mi risponde e Cristo attende
compassionando, spero,questa mia frenesia.
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Dardo 76
Cercavo un tempo un’anima gemella
per parlare di me, e venivo
giustamente respinto.
Ho poi cercato un’anima gemella
per parlare di Lui, e sono stato –
meno giustamente,
ma comprensibilmente – respinto.
Adesso ascolto anime,
anche mi parlano di sé: non le respingo,
anche perché parlano brevi in corsa,
come punti di fuoco nella notte.
Ma non trovo nessuna gemella.
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Dardo 79
il corporale ha sempre in sè
qualche cosa di comico.
Abituarsi a morire è imparare
a sorridere (non ridere soltanto)
di se stessi.
***
Dardo 93
Tu sei il dialogante di ripiego
quand’uno è disperato
e inaridito e annoiato.
Continuo a non capire se sei emblema o cura
del fallimento.
Da Volano in cento (2002)
(traduzioni di Graziella Sidoli)