La poesia di Paolo Valesio

Luglio 23, 2016
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E’ il libreria il volume antologico bilingue di Paolo Valesio “Il servo rosso, The red servant. Poesie scelte (1979-2002)”, Puntoacapo, 2016, pagg. 326, euro 30, tradotto da Graziella Sidoli e Michael Palma. Si tratta di un’importante proposta di Paolo Valesio, che a distanza di più di 35 anni dall’inizio delle pubblicazioni dei suoi libri di poesia, comincia a farne un bilancio e in questo libro accorpa le prime opere edite tra il 1979 e il 2002. Valesio definisce “primo capitolo” di un lungo “romanzo” di poesia questa scelta antologica, in cui trovano posto le sue migliori poesie di tono religioso o, meglio, di ricerca dell’Assoluto, a cominciare da Prose in poesia (1979) fino a Ogni meriggio può arrestare il mondo (2002). In mezzo ci sono altre nove raccolte, dalle quali sono state estratte le poesie di maggiore impatto religioso, soprattutto quelle di Volano in cento (2002), una sequenza completa di cento “dardi”, che sono illuminazioni immediate, rapide, brevi – “volano come dardi” ha scritto lo stesso Valesio – per accendere momenti di riflessioni, di pensieri, di percezioni, sempre di atmosfera religiosa, che giostrano tra le forme dell’epigramma, dell’aforisma, o del frammento. In particolare, poi, devo sottolineare l’efficacia espressiva delle cosiddette “preghiere”, estrapolate dal libro Piazza delle preghiere massacrate (1999).Si tratta di un’importante proposta di Paolo Valesio, che a distanza di OLTRE 35 anni dall’inizio delle pubblicazioni dei suoi libri di poesia (“ho cominciato molto tardi a scrivere poesia”, ha scritto l’autore), comincia a farne un bilancio e in questo libro accorpa le prime opere edite tra il 1979 e il 2002. Valesio definisce “primo capitolo” di un lungo “romanzo” di poesia questa scelta antologica, in cui trovano posto le sue migliori poesie di tono religioso o, meglio, di ricerca dell’Assoluto, a cominciare da Prose in poesia (1979) fino a Ogni meriggio può arrestare il mondo (2002). In mezzo ci sono altre nove raccolte, dalle quali sono state estratte le poesie di maggiore impatto religioso, soprattutto quelle di Volano in cento (2002), una sequenza completa di cento “dardi”, che sono illuminazioni immediate, rapide, brevi – “volano come dardi” ha scritto lo stesso Valesio – per accendere momenti di riflessioni, di pensieri, di percezioni, sempre di atmosfera religiosa, che giostrano tra le forme dell’epigramma, dell’aforisma, o del frammento. In particolare, poi, devo sottolineare l’efficacia espressiva delle cosiddette “preghiere”, estrapolate dal libro Piazza delle preghiere massacrate (1999).

Leggi la recensione su IlSussidiario.net di Silvia Comoglio

Proponiamo alcune poesie:

Uno strano trionfo

Dopo la Resurrezione,

il mondo è invaso dalla confusione

e le umane vite son corse

che si intercrociano

frenetiche e contraddittorie

vi è ancora chi muore dopo aver vissuto

ma adesso vi è anche

chi prona di vivere muore

e chi soltanto dopo molto vive.

Saltando e risaltando oltre il confine,

cavallette della vita attiva,

tentiamo di trascendere la morte;

e il sublime genera commedia.

Ma dall’humus dei campi del disordine

virtuosa pianta germoglia:

la compassione.

***

La tentazione

Forse passai la vita respirando,

giornata dopo giornata,

gli odori di un’alba non mia.

Viene sopra di me la tentazione

della disperazione:

io e la vita mia,

mai ci siamo incontrati. Ma poi penso:

queste albe qualcuno le ha mandate;

queste albe, qualcuno

le deve accogliere.

Da Piazza delle preghiere massacrate (1999)

(traduzione di Michael Palma)

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Dardo 1

Mi dicono che sei Cristo di dolore

ma per me sei qualcosa come un sole

impassibilmente ardente

***

Dardo 19

Io prego e non comprendo

che cosa sia preghiera.

Polimorfa richiesta indifesa

per cui pregare vuol dire

vincere la vergogna

che si annida in ogni petizione?

O è afferrate la corda che salva,

la monistica supplica di unione?

***

Dardo 23

Sifgnore fa’ che ogni ruga del reale

mi torni interessante -e non basta:

che sia strana, che sia perplessamente.

Mantienimi in un continuo stato

di allarme bianco.

***

Dardo 34

Ho amato con amore stortignaccolo,

con un amore stanco e ammaccato,

ma posso dire – marinaio esausto

che s’abbatte sulla spiaggia

dopo un viaggio-naufragio –

che ho amato. E adesso?

Sulla spiaggia a braccia vuote

con la maglia incollata d’acqua e sale,

e adesso?

***

Dardo 49

Parlo con Cristo, e con la carta bianca.

La carta mi risponde e Cristo attende

compassionando, spero,questa mia frenesia.

***

Dardo 76

Cercavo un tempo un’anima gemella

per parlare di me, e venivo

giustamente respinto.

Ho poi cercato un’anima gemella

per parlare di Lui, e sono stato –

meno giustamente,

ma comprensibilmente – respinto.

Adesso ascolto anime,

anche mi parlano di sé: non le respingo,

anche perché parlano brevi in corsa,

come punti di fuoco nella notte.

Ma non trovo nessuna gemella.

***

Dardo 79

il corporale ha sempre in sè

qualche cosa di comico.

Abituarsi a morire è imparare

a sorridere (non ridere soltanto)

di se stessi.

***


Dardo 93

Tu sei il dialogante di ripiego

quand’uno è disperato

e inaridito e annoiato.

Continuo a non capire se sei emblema o cura

del fallimento.

Da Volano in cento (2002)

(traduzioni di Graziella Sidoli)


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