Un gruppo di amici di Portofranco Abbiategrasso e del Centro Culturale Shalom sta lavorando, da quando è iniziata questa pandemia, sul testo “FEDE E SOLITUDINE”, l’intervento del Presidente della Fraternità di CL, Julián Carrón al convegno “Nemica solitudine” (Firenze, 16 novembre 2019), pubblicato su Tracce di febbraio.
“Ogni lunedì ci troviamo via ZOOM e dialoghiamo su questo testo così significativo e attinente alla situazione in cui ci troviamo a vivere. Questo lavoro è iniziato perché siamo rimasti colpiti ancor prima dell’inizio della pandemia dal fatto che Carrón chiamasse la solitudine “amica”, poi il fatto di dover rimanere a casa a causa del covit19 ci ha fatto prendere sul serio quella intuizione, per cui abbiamo cominciato a trovarci e a confrontarci con quanto Carrón testimonia del suo rapporto con la solitudine. E’ quello che abbiamo messo in atto una cosa molto semplice ed essenziale, e riguarda la decisione di seguire il cammino che fa Carrón dalla solitudine alla certezza della originalità della compagnia e che la solitudine è vinta da una presenza.
Un lavoro che ci sta prendendo molto perché entra dentro la circostanza che stiamo vivendo, questa situazione surreale che ci fa scoprire di più noi stessi e dentro questa scoperta il valore della compagnia che sfida ad andare a intercettare il senso di ciò che sta succedendo, il perché vero di questa prova cui nessuno può sfuggire, che ci provoca tutti.
Così stiamo pian piano avvertendo l’importanza di questa testimonianza di Carrón, la sua capacità di chiamare amica la solitudine la stiamo facendo pian piano nostra in quanto tesi a capire quella potente sfida di don Giussani che dice “la solitudine non è essere da solo, ma è l’assenza di un significato”. Lì sta la questione seria della solitudine, come ci siamo più volte detti queste volte che ci siamo trovati, ognuno di noi ha tentato di riempire il vuoto di questi giorni con delle nuove cose da fare, ma non basta, perché ogni volta torna e con più forza la domanda di un significato che solo può rendere capaci di vivere anche una situazione difficile come quella attuale.
E’ questo grido, questo spiraglio verso una presenza che ci offra il senso di tutto ciò, la dimensione vera della solitudine di questi giorni. E trovarsi a dialogarne con le possibilità di oggi, gli strumenti online, ci è segno di un’amicizia in cui ognuno può imparare a vivere il suo spazio ristretto dalla testimonianza dell’altro che gli o le allarga gli orizzonti.”
Chiunque voglia unirsi a questo dialogo che continua può scrivere a windtalkernavajos@gmail.com
Gianni Mereghetti
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