Nomadland è un film sui senza casa, per dirci dov’è la vera casa, per dirci cos’è davvero casa.La protagonista del film non vaga senza un tetto, non è una vagabonda.
La casa è la vicinanza al suo cuore.
E siccome lei è aderente al suo cuore, tutti quelli che la avvicinano, si sentono a casa propria. Anche coloro che una casa – anche bella e lussuosa – già ce l’hanno, anche coloro che vivono già tra ampie pareti, mai bastanti a comprendere l’abisso del loro cuore. Per comprendere il proprio intimo, occorre qualcuno che abiti già quella voragine, che sappia guardarla. E allora quello sguardo diventa casa, la vera casa in cui tutti vorrebbero abitare.
Nomadland è il film sulla fine del Covid.
Il film che fa guardare a tutti coloro che ci hanno lasciato in questo lungo tempo di virus.
Il film che ci dice che la fine di tutto non può essere un ritorno a ciò che era, alla “normale normalità” di prima.
Ci sono stati tanti addii, tanto dolore, tanto vuoto e il dopo non può farci tornare come prima.
La nostra abitazione, può essere solo più grande di prima. Il nostro sguardo può ora solo commuoversi di fronte a tutta la grandezza delle cose piccole mai viste prima, ai tramonti e alle albe, ai nidi di rondine e ai sassi dalle mille forme.
La protagonista del film non è una vagabonda.
In ogni scena, in ogni istante, in ogni passo ella ritorna al marito perduto, all’unita’ indistruttibile che è la sua vera casa non fatta più di pietre e mobili, di pavimenti e tetti, di porte e mura. Una casa grande come l’abbraccio che può soddisfare l’immensa solitaria stanza di cui il proprio cuore è costituito.
Ma appartenere a quell’unita’ che disegna i tratti identitari del nostro volto, non vuol dire fissarsi su schemi immobili, rinchiudersi dentro un perimetro delimitato. Appartenere a quell’abbraccio che ci rende forti e ci permette di vivere la vita insidiosa odierna vuol dire percorrere una strada, un cammino. Vuol dire cambiare continuamente, essere pronti a vedere orizzonti sempre nuovi. Chi percorre la strada salva tutta la vita, in eterno. Chi si ferma e si rinchiude, muore.
Nicola Campagnoli