Luca Doninelli ha parlato del suo libro ad un gruppo di lettori appassionati. “Le cose semplici” (Bompiani) è un “opera mondo” che pretende di tenere dentro tutto (la narrazione, le riflessioni sulla lingua, la teologia, l’arte, lo studio della condizione umana, il destino) in un libro-fiume alimentato da “tanti ruscelletti fatti di storie, episodi, fatti gravi e fatterelli, destinati, prima o poi, a raccogliersi” (Le cose semplici pag. 25). Una serata fra amici in una cornice d’eccezione, la biblioteca agostiniana della Chiesa di Santa Maria Incoronata uno dei più importanti monumenti della Milano quattrocentesca, nonché una delle più significative testimonianze della religiosità agostiniana e della cultura umanistica in Lombardia.
Perché uno scrittore decide di dedicare dieci anni della propria vita per scrivere un romanzo? Perché uno scrittore non può non scrivere; ha bisogno di sorprendersi e di comunicare al mondo la fortuna pazzesca della vita, e di dire grazie, ha la necessita di salvare, attraverso le parole narrate, la Bellezza.
Un romanzo in cui buttare il mondo intero, un romanzo complesso e ambizioso a cui fa da sfondo un’ apocalisse misteriosa. Il mondo come lo conoscevamo sta finendo, Milano si presenta come una città spettrale in cui le vie cittadine sono ridotte a cumuli di calcinacci, le fabbriche e i giornali chiudono, le università sono deserte. In questo paesaggio, l’io narrante riprende il filo di una appassionata storia d’amore con un genio della matematica, Chantal. Ma la vita separa i due innamorati e tutto diventa tortuoso.
Che cosa diventa la vita degli altri senza di noi?
Dodò e Chantal riescono a non perdersi e a ritrovarsi, tornando a contemplare e a vivere “le cose semplici” che avevano perso e tradito.
Leggi la recensione di Luigi Mascheroni “Il Duomo si riempirà di cadaveri ma c’è speranza dopo l’apocalisse” (Il Giornale, 25/09/2015):