Libreria: Gioacchino e il piccolo Re

Novembre 27, 2015
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Per il IV anno consecutivo in occasione nel periodo di Natale don Antonio Anastasio dal titolo regala a grandi e piccini un nuovo libro:”Gioacchino e il piccolo Re”.
Leggi la recensione: Mi imbatto in don Antonio (Anas) al crocevia della casa parrocchiale. Il crocevia è quel pianerottolo all’ingresso di Largo Rapallo, a Milano, dove, vi assicuro, c’è spesso affollamento: ci sono quelli che vanno in segreteria o dal Parroco, poco più indietro si accede alla cucina, a sinistra in redazione e in lavanderia, a destra l’accesso alla sagrestia e alla chiesa. E infine dalle scale c’è sempre qualcuno dei nostri preti (o il seminarista) che sale o scende . È stato bello parlare con don Antonio nel corridoio, col sorrisino sulle labbra per i retroscena editoriali di questo nuovo libro, il quarto, che ci raggiunge come ormai è tradizione a Natale.
Bello, caro don Antonio, che tu abbia scoperto e ti sia fissato su un “difetto” di una statua del Duomo ed è più bello ancora credere che la Tua storia sia vera, che sia successo proprio così: che quell’angelo un po’ irrequieto, come piacerebbe definirlo a Papa Francesco, ha tirato fuori la sua umanità. E poi quel nome così buffo, Gioacchino, fa pensare a un vecchio. Invece il tuo angelo deve essere molto giovane, quasi un ragazzo: a lui si addice l’irrequietezza, il chiedersi: ma debbo proprio ubbidire? Perché non dovrei, quando i comandamenti mi sembrano un po’ rigidi, seguire invece il mio cuore?
Quanto mi immagino potrebbe essere scolpito sulla sua espressione: devo andare a controllare in Duomo, come tu suggerisci nella postfazione.
Mi piace anche il papà di cui parli, questo papà stanco, che approfitta dell’omelia dell’Arciprete per riposare.
In effetti c’è un’altro motivo per cui si addormenta: altrimenti come avrebbe fatto l’angelo ad andargli in sogno? Proprio come accadeva a Giuseppe, che quando doveva prendere delle decisioni importanti gli arrivava l’angelo e gli diceva di non temere.
Entrando nel vivo del racconto, è bellissima l’immagine della schiera di angeli a protezione della sacra famiglia in fuga: chissà come l’ha rappresentata bene Franco Vignazia, l’illustratore (è anche il pittore del quadrone appeso in sagrestia).
Ma il racconto si fa duro per il motivo per cui la famigliola scappa. Mi immagino a questo punto le domande della mia nipotina di 5 anni e non sono sicuro di saperle rispondere. I bambini non rimarranno un po’ impressionati? C’è una storia nella storia anzi tre storie, se includiamo quella della famiglia che poi accoglie il bimbo salvato dall’angelo Gioacchino…
Ti faccio solo una domanda: come spiegare dunque ad un bimbo (e ad un grande) che si può disubbidire (e ricevere un premio), pur di seguire ciò che comanda il cuore?
Mi rispondi che obbedire veramente è desiderare la ragione profonda di ciò che ci viene comandato e non semplicemente mettere in pratica degli ordini in modo militare. Gioacchino è chiamato a difendere il piccolo Re che viene sulla terra e si fa uomo, come uno di noi: scopre quanto è preziosa quell’umanità che il Figlio di Dio riveste quando riconosce nello sguardo di un bambino lo stesso sguardo del piccolo Re. Allora Gioacchino fa propria la missione stessa per cui il piccolo Re è venuto al mondo: salvare gli altri, salvare la nostra povera umanità ferita e perseguitata. Egli obbedisce amando e la sua obbedienza oltrepassa perciò quella dei comandamenti, infine obbedisce di più non di meno. Obbedire è avere gli stessi sentimenti di Gesù.
(Lino Sanfilippo)

Gioacchino e il piccolo Re
don Antonio Anastasio
costo 6€ (il ricavato andrà per le opere parrocchiali)

Acquista il libro c/o Parrocchia san Carlo alla Ca’ Granda (via Val Daone/Largo Rapallo, 5 – Milano)
Richiedilo via mail: sancarloallacagranda@gmail.com


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