SEVESO 1976

Oltre la diossina di Federico Robbe, prefazione di Andrea Tornielli, Itaca, 2016

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«Peggio di Hiroshima». «Più diossina che in Vietnam». «Peste chimica: i giorni del terrore». Nell’estate 1976 la stampa commenta così la vicenda della nube tossica fuoriuscita dall’Icmesa, una fabbrica chimica in Brianza. Seveso è la città più colpita. Lì, nelle settimane successive, arriva l’esercito per recintare tutto. Da un giorno all’altro centinaia di famiglie devono abbandonare le loro case.La diossina è un nemico invisibile ma molto potente, almeno secondo i pochissimi studi scientifici di allora. Da subito compaiono piaghe sulla pelle dei bambini, i prodotti artigianali vengono rifiutati per paura del “contagio”, e col passare del tempo viene orchestrata una campagna a favore dell’interruzione di gravidanza. Nell’incertezza generale si fa strada un altro nemico: la disperazione.

Ma qualcuno non ci sta. Non si accontenta di sopravvivere e vuole vivere, anche nella Seveso della diossina e del (presunto) “mostro in pancia”. È un gruppo di amici che comincia a prendere sul serio alcune domande: si può continuare a vivere e a sperare dopo il disastro? Da dove si riparte? E si mette all’opera.

Questo libro ricostruisce la vicenda in tutti i suoi aspetti – dall’incidente del 1976 alla sua eredità – ma soprattutto racconta la storia di tanti giovani che affrontarono quella circostanza senza lasciarsi «rubare la speranza».

Con testimonianze inedite. Tra le altre quelle di:
Giancarlo Cesana, monsignor Gervasio Gestori, Giuseppe Guzzetti, Giampaolo Pansa

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