#meeting18: La scarpina di raso di Paul Claudel

Giugno 7, 2018
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AIC segnala lo spettacolo inaugurale della XXXIX edizione del Meeting di Rimini dal titolo “Attraverso il mare del desiderio“, liberamente tratto da “La scarpina di raso” di Paul Claudel, in collaborazione con la Sagra Musicale Malatestiana, che si svolgerà Domenica 19 agosto 2018 alle ore 21.45 .

In occasione dei 150 anni dalla nascita del grande poeta francese, prende vita un importante evento teatrale ispirato a una delle più grandi opere di Paul Claudel da lui stesso considerata il suo testamento spirituale e il suo capolavoro drammaturgico.
Celebre in tutto il mondo è L’ Annuncio a Maria, molto meno nota è La Scarpina di Raso, raramente rappresentata per l’impegno scenico che richiede: 73 personaggi per quasi 11 ore di spettacolari avvenimenti che ci portano in Europa, Africa, Asia, America, in un barocco fiabesco e sanguinario, cristiano e barbaro, comico e tragico.
Una storia d’ amore ma non solo.

Quando due esseri umani si amano c’ è sempre il gioco il destino del mondo.
Il filo che lega i due protagonisti Donna Prodezza e Don Rodrigo è anche la trama che trascina gli eventi della storia: la conquista delle Americhe, la guerra contro l’impero Ottomano, lo sviluppo dell’Estremo Oriente, i conflitti fra le nazioni e il desiderio di una difficile pace tra i popoli.
Si tratta dunque di una grande epopea nella quale il poeta si interroga sul legame tra la felicità del singolo e quella della terra intera, ma anche sul valore della bellezza, sul dialogo tra le culture, sul desiderio che è la forza che muove il cuore dell’uomo anche quando esso tende verso il male.
Il titolo nasce dal gesto emblematico della protagonista che, legata dal matrimonio con Don Pelagio, è attratta dalla passione per Rodrigo e decide di affidare la sua scarpetta alle mani della Vergine dicendo – Quando cercherò di slanciarmi verso il male che sia con un piede zoppo. E quando vorrò superare il limite che tu hai stabilito che sia con un’ala spezzata –

Grande amante dell’opera claudeliana è sempre stato il teologo e amico del poeta Hans Urs Von Balthasar che la considera uno dei più grandi monumenti della cultura occidentale. Il Seicento creato da Claudel in quest’ opera è l’epoca il cui la terra cresce sotto la chiglia di Cristoforo Colombo che con una linea dritta come una freccia non cerca più l’orizzonte al di sopra di sé, ma davanti a sé. All’ improvviso avviene una scoperta terribile e deliziosa: la linea si curva e torna su di sé. Il globo terraqueo è una prigione, per sempre. L’umanità si riferisce a se stessa non solo dal punto di vista geografico e astronomico, il suo desiderio stesso che puntava verso l’alto, verso gli angeli, si piega e torna su di sé. Se c’è un paradiso, allora è qui, sulla terra che deve trovarsi, su questa terra che forse sarà divorata dal fuoco del suo stesso desiderio e della sua colpa. Dal fuoco dell’amore e dell’ira di Dio, ma sarà una terra comunque rinata e trasfigurata!

Dunque un’opera in cui la parola si fa carne, lo sguardo cerca un altro sguardo e i piedi cercano una strada da percorrere.
Claudel attinge a tutta la sua vena poetica e teatrale, alla sua carriera di ambasciatore che lo ha portato a contatto con culture diverse e alla sua personale esperienza che lo ha visto attraversare dolorosamente la sua passione amorosa e ci consegna l’umanità intera nei passi leggeri di una piccola scarpetta di raso.
(www.meetingrimini.org)


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