Il Centro Culturale San Filippo Neri di Cassano Magnago (Va) propone la mostra dedicata a Rolando Rivi dal titolo: “Io sono di Gesù. Beato Rolando Rivi, Testimone della Verità.
La mostra, che è stata realizzata in occasione dell’evento Meeting per l’amicizia fra i popoli, Rimini, 2013, sarà esposta sal 13 al 20 ottobre, presso la sede del Centro in via San Giulio 71 a Cassano Magnago. Il 27 marzo 2013 Sua Santità Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto di beatificazione di Rolando Rivi, seminarista martire, ucciso alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Rolando, solo quattordicenne, fu rapito, torturato e ucciso da alcuni partigiani comunisti, che ne odiavano l’attaccamento a Cristo e la continua testimonianza che la sua vita era per gli altri giovani. Il 5 ottobre nel duomo di Modena sarà celebrata la cerimonia di beatificazione.
La mostra illustra la vita, la testimonianza di fede e il martirio di un ragazzo che voleva essere tutto e solo di Gesù e rappresenta un’occasione d’incontro con un testimone, icona dei martiri del XX secolo, che, “innamoratissimo di Gesù”, ci guida a porre Cristo al centro dell’esistenza, anche nelle circostanze più difficili.
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Fin da piccolo, Rolando aveva un sogno: quello di diventare sacerdote. A undici anni entrò in seminario, come ha ricordato il porporato, e come si usava allora, indossò la veste talare, che da quel giorno «diventò la sua divisa». La portava «con orgoglio. Era il segno visibile del suo amore sconfinato a Gesù e della sua totale appartenenza alla Chiesa. Non si vergognava della sua piccola talare. Ne era fiero», tanto che la portava in seminario, in campagna, in casa. «Era il suo tesoro da custodire gelosamente – ha aggiunto – era il distintivo della sua scelta di vita, che tutti potevano vedere e capire». A causa della guerra, molti consigliavano a Rolando di togliersi la talare, perché era pericoloso indossarla, visto il clima di odio contro il clero. Davanti ai timori anche dei familiari, Rolando rispondeva: «Non posso, non devo togliermi la veste. Io non ho paura, io sono orgoglioso di portarla. Non posso nascondermi. Io sono del Signore». Ma il 10 aprile 1945, dei partigiani «imbottiti di odio e indottrinati a combattere il cristianesimo», catturarono Rolando. Il ragazzo, ha ricordato il porporato, venne «spogliato, insultato e seviziato con percosse e cinghiate per ottenere l’ammissione di una improbabile attività spionistica». Dopo tre giorni di sequestro, «con una procedura arbitraria e a insaputa dei capi, il 13 aprile 1945, il ragazzo fu prima barbaramente mutilato e poi assassinato con due colpi di pistola, uno alla tempia sinistra e l’altro al cuore». Dal sacrificio di Rolando, ha aggiunto il porporato, vengono quattro consegne per tutti noi: perdono, fortezza, servizio e pace. In modo particolare, ha concluso, egli «si rivolge ai seminaristi d’Italia e del mondo, esortandoli a rimanere fedeli a Gesù, a essere fieri della loro vocazione sacerdotale e a testimoniarla senza rispetto umano, con gioia, serenità e carità».
Rolando Rivi è beato. «È la vittoria della vita sulla morte» | Tempi.it