Fino al 4 settembre, il Museo del Novecento presenta la mostra curata da Giorgio Bacci, “Disegnare le parole, Mimmo Paladino tra arte e letteratura”, un percorso inconsueto attraverso la produzione grafica e le illustrazioni con cui l’artista italiano ha interpretato i grandi classici della letteratura. Dalla Divina Commedia di Dante all’Ulisse di Joyce, da La luna e i falò di Pavese al Don Chisciotte di Cervantes, al Museo del Novecento va in scena la monografica più ampia dedicata all’immaginario letterario-visivo di Paladino e all’amore per i libri che da sempre lo accompagna. Un artista alla ricerca di un’immagine sorprendente “Un monaco miniatore”, così, con un riferimento ricco di implicazioni storiche, si definisce Mimmo Paladino: “un artista alla ricerca di un’immagine sorprendente” in relazione al lavoro di interpretazione e rilettura grafica per il quale è spinto da una costante sperimentazione intellettuale e tecnica.
Tra le oltre 150 opere in mostra, le tavole originali realizzate per la Divina Commedia (Treccani, 2011) e La luna e i falò di Cesare Pavese (Papiro Art, 2010), le materiche tecniche miste dei Tristi Tropici (Suhrkamp Verlag, 2008), i graffiti, echi della pittura vascolare greca ed etrusca dell’Agamennone di Eschilo (Mazzoli, 2010). Tutte opere che esprimono una passione personale dell’artista diventata un aspetto centrale della sua poetica, dove la scoperta di terreni inesplorati si fonde con le risonanze letterarie di autori prediletti quali Joyce, Calvino, Borges, o i già citati Pavese, Lévi-Strauss, Dante, Cervantes. La profonda riflessione espressa sul valore della letteratura diventa anche, e necessariamente, un’articolata meditazione sul gesto pittorico in sé e sulla reale identità dell’artista, giocando con concetti quali la maschera, il “doppio”, l’ombra: temi questi particolarmente evidenti ne l’Ulysses di Joyce (Laboratorio d’Arte Grafica di Modena, 1994) e nel Don Chisciotte di Cervantes (Editalia, 2006).