E’ Online il Notiziario Meeting di ottobre. Proponiamo l’editoriale di Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli dal titolo “Un dialogo che genera amicizia”: «E’ una ricerca quella che dobbiamo intraprendere, che si esprime in domande sul significato della vita e della morte, sull’amore, sul lavoro, sulla giustizia e sulla felicità…Perchè dobbiamo soffrire e alla fine morire? Ha ancora un senso amare, lavorare, fare sacrifici e impegnarsi? Che cosa siamo a fare nel mondo? Citando questi interrogativi, che Papa Francesco poneva nel Messaggio inviato all’inizio del Meeting 2015, Eugenio Scalfari, su Repubblica del 23 agosto, così li commentava: “Rispondere a quelle domande realizza l’incontro della Chiesa con la modernità, ci fa sentire tutti simili.”
Proprio nell’alveo di questo incontro con la modernità il Meeting ha tentato di collocarsi, invitando tutti a confrontarsi sulla provocazione contenuta nei versi di Luzi”Di che mancanza è questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”. E’ stato un vero incontro, senza soluzioni precostituite, senza tesi da dimostrare o battaglie da lanciare. Un incontro semplicemente generato dalla convinzione, suffragata dall’esperienza, che tutti gli uomini condividano quella mancanza e che il solo fatto di trovarsi a ragionare della vita, dei problemi, delle grandi emergenze e delle tragedie spesso irrisolvibili, proprio a partire dall’esperienza di quella mancanza, sia un bene per sè e per tutti gli uomini. E’ stato un incontro libero, a tutto campo, su tutto e con chiunque. “Qui si parla di tutto e la gente ti guarda negli occhi”, commentava stupito un ospite importante, Timothy Shriver, nipote di John Kennedy, uno di quegli americani che, con i ventimila eventi all’anno che organizza con Special Olympics, di gente deve averne vista tanta.
Non saremo mai sufficientemente grati a don Giussani per aver condiviso con noi questo entusiasmante amore alla libertà dell’altro, questa semplicità di guardarlo negli occhi. Non siamo poveri nè di Verità nè di certezze, ma, come diceva don Julián Carrón nel memorabile incontro al Meeting con il Professor Weiler: “Abbiamo imparato che l’unico rapporto con la verità è quello che passa attraverso la libertà”. Questo dialogo, generativo di un’amicizia e di una commossa condivisione, ha consolidato storie e rapporti, ne ha creato di nuovi, ha messo in moto strade per l’affronto di bisogni, ha fatto intravvedere percorsi di ricerca, ha creato trame e relazioni da una parte all’altra del mondo.
Le pagine che seguono raccontano alcune di queste storie, ma soprattutto speriamo che il Meeting del prossimo anno possa già essere l’occasione per documentare l’inizio di questa novità all’opera.
“Tu sei un bene per me” sarà il titolo del 2016.
Non è stato difficile pronunciare questa frase l’ultimo giorno di Meeting, perchè in essa sono racchiusi tutto il valore e la ricchezza vissute nell’esperienza del Meeting 2015. Un bene sono stati i volontari, gli ospiti, i relatori, gli artisti e i curatori delle mostre, i partner e gli amici che ci sostengono. Un bene sono stati anche coloro che non ci hanno apprezzato, che ci hanno, più o meno garbatamente, criticato, perchè ancora una volta ci hanno costretto a dare le ragioni di ciò che facciamo, o, eventualmente, anche a correggerci. Ma cosa può generare uno sguardo all’altro e alla realtà tutto pervaso dalla certezza di una positività? La passione ad iniziare il lavoro in vista del 2016 nasce dal desiderio di poter cominciare a confrontarsi insieme a tanti su queste sfide e su tutte quelle che il Mistero della realtà vorrà farci intravedere.»
(Emilia Guarnieri, presidente Fondazione Meeting per l’amicizia tra i popoli)
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