Milano: I monoteismi alla prova della quotidianità



AIC segnala l’incontro dal titolo “I monoteismi alla prova della quotidianità. Storie di drammi e speranze dal Medio Oriente”, organizzato dal Centro pastorale “C. M. Martini” in collaborazione con l’associazione studentesca “Help point” e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca, dell’Arcidiocesi di Milano e della Custodia di Terra Santa.

Interverrà padre Pierbattista Pizzaballa che dal 2004 è “Custode della Terra Santa”, ovvero responsabile della Provincia dei frati francescani minori che si estende dall’Egitto a Israele, ai Territori palestinesi, alla Giordania, al Libano, a Cipro e Rodi fino alla Siria.

Ai francescani sono affidati cinquantacinque santuari, tra i quali la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, quella della Natività a Betlemme e dell’Annunciazione a Nazareth. Coordinano l’accoglienza dei pellegrini che giungono in Terra Santa da ogni parte del mondo.

Pizzaballa, che è nato a Cologno sul Serio (BG) nel 1965, viene assegnato alla Custodia di Terra Santa nel 1990, poco dopo l’ordinazione sacerdotale. Dopo aver ottenuto la Licenza in Teologia Biblica allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e il Master all’Università Ebraica di Gerusalemme, ha insegnato Ebraico moderno e Esegesi dell’Antico Testamento alla Facoltà Francescana di Scienze Bibliche e Archeologia di Gerusalemme. Nei venticinque anni vissuti in Terra Santa ha imparato a conoscere i luoghi, le storie e le persone che compongono l’esteso territorio che i frati hanno il compito di custodire. Dal 2004 è “Custode della Terra Santa, Guardiano del Santo Monte di Sion e del Santissimo Sepolcro di NSJC”. Un titolo altisonante, che rimanda a epoche storiche lontane e affascinanti, ma che lui ama declinare così: “Custodire non è solo un’opera di archeologia, ma significa avere a cuore, amare quello che custodisci. In Terrasanta questo è chiaro: custodisci non le pietre ma l’esperienza che i Luoghi Santi concretizzano. La Custodia non è un corpo di sentinelle incaricate, ma una maternità, una paternità. E questo significa stare con la gente. In Siria, ad esempio, non siamo obbligati a restare, ma ci stiamo. Un parroco che era stato rapito, ci è tornato per la sua gente”.



Data

Venerdì 19 Giugno 2015 ore 13:00

Luogo

Aula Magna U6 Università degli Studi di Milano–Bicocca, piazza dell’Ateneo Nuovo 1, Milano