Fidenza (Pr): Fatti di nebbia

Il Centro Culturale Luigi Tamoglia presenta il libro “Fatti di nebbia” di di Fausto Taiten Guareschi e Filippo Attendendo, Casadei Libri, 2012.
Interverranno:
Fausto Taiten Guareschi, Abate di Fudenji
Filippo Attendendo, ottimista inguaribile
Margherita Rabaglia, Centro Culturale L.Tamoglia
(…) Tutto l’antitetico, invece di corrispondersi, incomincia ad equivalersi ed inizia così una progressiva rimozione del giusto, del buono e del bello oggettivi; ciò che è bello diventa ciò che piace, ciò che conviene, quel che si preferisce… e l’animo si perde nella confusione… (…)
Da “Fatti di nebbia”, Zenitudine, UN’ANTITESI ABORTITA, pag.57
Anche le religioni, forse nel timore di perdere consenso, si disarmano ripiegando sull’ eticizzazione della loro cultura e natura liturgiche. Diventano le agenzie di collocamento dei bisognosi, dei deboli, dei derelitti. Inizia la caccia al derelitto che però ben presto sarà la caccia al diverso, alle minoranze, come minorati da difendere e proteggere.
La laicità arriva a pretendere così di sostituirsi ad ogni vocazione, addomesticandola e epurandola da ogni differenza. Mentre nelle società fondate sulla vocazione ogni uomo non è che un tipo particolare di artista, le culture laiche e moderne intendono l’artista, fino all’artigiano, un tipo particolare di uomo, un’anomala tipologia condannata all’eccentricità e alla straordinarietà, alla creatività astratta e lontana dal mondo degli uomini. L’artista diventa sinonimo di esistenza tribolata, patologica, nevrotica, mentre la cultura popolare s’intende quale fenomeno di folklore superstizioso e non quella cultura-di-popolo edificata in intere epoche e da intere nazioni.
La rimozione dell’antitesi sfocia nel terrorismo del pensiero unico dal quale evacuare ogni malessere, la metà cattiva dalla metà buona e così all’infinito.
Questo pensiero unico e terrorista esige di bonificare il nemico, sterilizzare il sospetto, lo straniero, l’ospite, l’altro, l’altro se stesso… Ma anche ogni degrado raggiunge comunque una sua massa critica. Come il buio non è solo mancanza di luce, la crisi della modernità o della post-modernità non è solo decadenza, ma chance. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato, rifletteva Albert Einstein.
Da “Fatti di nebbia”, Zenitudine, UN’ANTITESI ABORTITA, pag.57
(Centro Culturale Luigi Tamoglia)