Milano: Milano e la sua sfida. Sindaci per quale città?

Incontro con Giuseppe Sala


Il Centro Culturale di Milano per il ciclo di incontri “Milano e la sua sfida” ha organizzato l’incontro dal titolo “Sindaci per quale città? “Che cosa e chi può aiutare e garantire il cambiamento necessario secondo quella sussidiarietà, cultura e progetto che valorizza il contributo di tutti, persone, realtà sociali, enti pubblici e privati, per il bene comune?

Quinto appuntamento verso le Elezioni amministrative del Ciclo “MILANO E LA SUA SFIDA” promosso dal Centro Culturale di Milano in collaborazione con Compagnia delle Opere e Fondazione per la Sussidiarietà.
Milano sta vivendo un momento di felice caos, dietro cui si profilano enormi cambiamenti, rispetto ai quali quelli già avvenuti non sono che la premessa. Milano città della creatività, delle università, del design, della cultura e dell’educazione. Non è un elenco, è un patrimonio. Come quello della città della solidarietà e della sussidiarietà che vivono anche una loro crisi nel rapporto con amministrazioni a volte verticiste e con la sfida di questo tempo. Milano è per eccellenza la città dei beni immateriali, culturali. Questa è la sua forza e qui sta la sua unicità che dovrebbe gettare luce anche sugli altri aspetti vita della comunità metropolitana. Ma come fa il passato a diventare presente? E soprattutto, i cosiddetti eventi, macro o piccoli e tendenti all’infinito in che cosa caratterizzano la città, cosa realmente trasmettono? Le università, le scuole, i teatri quale cultura stanno costruendo e quale consapevolezza ne abbiamo per un futuro nuovo da tracciare con una città di 1.300.000 abitanti di cui 345 mila stranieri?
Il passato diventa presente se le ragioni per cui un bene materiale è considerato patrimonio sono vissute dall’educazione, dall’università, dalle politiche culturali e dalla vita delle persone.
Già Bonvesin de la Riva, nel 1288, lo rimarcava: il segreto di Milano non sta nella sua immutabilità, ma nella sua capacità di cambiare. Roma fu fondata da Romolo e Remo, mentre le fondamenta stesse di Milano sono un cantiere incessante nei secoli, mai chiuso, come l’Opera del Duomo. Dal passato alla storia, dall’avere all’essere, oggi, una sfida contemporanea di consapevolezza ed anche di strumenti.

E’intervenuto Giuseppe Sala, Candidato Sindaco di Milano alle elezioni amministrative di giugno 2016

Cronaca dell’incontro
Sala: «La mia ricetta per Milano» di Maurizio Vitali (Tracce.it, 20/05/2016)
Ieri sera è toccato a Beppe Sala, e il 27 toccherà a Stefano Parisi, candidati sindaco di Milano, rispettivamente dal centrosinistra e dal centrodestra, rispondere alle domande di un pubblico “interessato agli argomenti”, non, aprioristicamente, “agli schieramenti”, come ha ricordato Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che ha moderato la serata organizzata dal Centro culturale di Milano, dalla CdO Milano e dalla stessa Fondazione di Vittadini, svoltasi al Teatro San Carlo. Le domande, poi, non erano improvvisate, ma raccolte da un ciclo di quattro incontri con protagonisti della società civile su temi fondamentali per il governo di una grande città: area metropolitana, welfare e lavoro, cultura ed educazione, urbanistica e abitare. Per un’ora e mezza abbondante l’ex amministratore delegato di Expo ha illustrato la sua posizione rispondendo alle domande senza sgattaiolare. Su certe cose ha anche detto, più o meno: «Ho in mente il problema, non ho ancora chiara la soluzione, dovremo studiare come affrontarlo». Per chi, come forse molti e, auspicabilmente, moltissimi, non ne può più né della retorica dei comizi né delle massime della vacua litigiosità dei talk-show, è stato come una boccata d’ossigeno. Bisogna lasciar venir su le domande dalla realtà viva e sempre in movimento, non dal copione stantio e déjà vu del teatrino. Ieri sera si è fatto così.

E questo è già un punto di svolta portato a casa. Quando il pubblico avrà ascoltato anche il candidato Parisi, potrà farsi un’idea ponderata di quale possa essere la scelta preferibile. Usando tre fattori che appartengono alla persona: la libertà, la testa, la fatica del lavoro di conoscenza. In questo modo ieri sera è risultato evidente che la politica è un bene in sé.

Sala ha premesso che ha deciso di candidarsi «assecondando una passione», cosa di cui non solo non è pentito, ma è «felice», al punto da volersi «godere la campagna elettorale» comunque vada a finire. Ha poi detto di avere in mente «un Comune che governa, non che gestisce». In Milano, ha notato, ci sono come due città: una «brillante ed efficiente, quella delle eccellenze tecnologiche, culturali, scientifiche, artistiche, creative, riconosciute a livello internazionale; e una delle periferie, che arranca con fatica nel disagio». Per il candidato sindaco del centrosinistra occorre contemporaneamente «accompagnare, sostenere e rilanciare la città virtuosa», e «lavorare per ritessere la socialità, la vivibilità e prevenire il disagio e il degrado nelle periferie». Sulla prima dimensione, Sala da detto di sentirsi «ben attrezzato» per via delle sue esperienze manageriali e all’Expo; ma è la seconda quella da cui si sente «più sfidato e più attratto». Tutti i ragionamenti, ha aggiunto, «vanno fatti sulla scala della “città metropolitana”».
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Data

Giovedì 19 Maggio 2016 ore 21:00

Luogo

Teatro San Carlo, via Morozzo della Rocca 12, Milano