Milano: Ucraina, un nuovo colpo alla pace

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La crisi dell’Ucraina ci riguarda. Gli schieramenti ai confini, le prove di forza, i calcoli geopolitici, ci riguardano. Non solo perché siamo Europa, ma innanzitutto perché siamo uomini che vivono, come i concittadini Ucraini e russi, dentro un confine o al bordo dell’altro. Vivono e cercano di condividere il senso della loro esistenza.
Abbiamo perciò fatto nostro l’invito di Papa Francesco a pregare, perché, come il ricordava nell’intervista a Repubblica di Paolo Rodari il Vescovo di Mosca mons, Pezzi “La preghiera se fatta con sincerità, è potente. Credo molto nella forza di una preghiera che trasformi l’angoscia in affidamento”.
In questo incontro ascoltiamo voci che aiutano a conoscere e capire la situazione, a disegnare prospettive. Occasione per conoscere ci vive quella realtà tutti i giorni.
Segnaliamo e invitiamo a leggere un articolo di Svetlana Panič, tra gli ospiti della serata, scritto per la Rivista La Nuova Europa:
“Ci sarà la guerra? È possibile all’uomo della strada contrastare i giochi geopolitici? Quanto pesa la volontà di bene?”
“Il pragmatismo è terrificante nella sua semplice aritmetica: se la guerra conviene la si può ben cominciare, e derubricare le migliaia di morti come costi inevitabili per ottenere un grosso obiettivo geopolitico. (…)
La guerra non è solo strategia e tattica, non è solo «geopolitica» ed economia ma anche metafisica (…) A questo non si contrappone un «pragmatismo diverso» ma la metafisica che ha un segno diverso: come movimento corale delle volontà che respingono l’inimicizia, i calcoli cinici, e cercano invece la vita, affermano la vita. Più saranno queste volontà, questa sanità mentale, più diventerà probabile fermare la catastrofe. Come? Con la preghiera, le intenzioni, l’impegno accorato, in qualsiasi modo.«Purché non scoppi la guerra».
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