Parma: Walk the line

Cineforum dal titolo "Crisi: opportunità di una rinascita"


Può la crisi divenire un’occasione di riscatto per la propria vita? E’ questa la provocazione che lanciano i tre film proposti in rassegna (Walk the line, The Company Man, Departures). Sebbene per cause e circostanze diverse, i tre protagonisti si troveranno, infatti, ad affrontare il dilemma di rimanere a piangere sulle ceneri della vecchia vita o di rimboccarsi le maniche per costruire una nuova esistenza.
(Associazione Culturale Eliot in collaborazione con l’associazione sentieri del cinema)

Walk the line, USA (2005), regia James Mangold
In Italia non è noto come negli States, ma Johnny (al secolo John) Cash è stato oltreoceano una figura di riferimento della musica moderna (il suo era un personalissimo incrocio tra country, gospel, blues e rock) e questo film rappresenta il tentativo di rendergli il giusto onore. Quando l’amore brucia l’anima è una più che dignitosa biopic (biographic picture, un film biografico) che ripercorre i momenti salienti della sua carriera e della sua vita privata. Innanzitutto, la famiglia. Di questo artista, conosciuto anche come “man in black” per la sua predilezione per il colore nero nell’abbigliamento, vengono mostrate le origini contadine come il punto di partenza di molti elementi con cui poi l’uomo si ritroverà a fare i conti per tutta la vita. Come l’umiltà ereditata dal lavoro nei campi, che, una volta catapultato nel music-business, sarà una caratteristica che gli permetterà di stabilire dei rapporti umani in un ambiente già allora frenetico e spersonalizzante. Un forte senso della famiglia che gli farà inseguire il sogno di averne una propria; con la prima moglie, (da cui ebbe tre figlie: non una cattiva persona, ma incapace di cogliere la necessità del marito di esprimersi appieno artisticamente e schiacciata da ciò che comportava essere la moglie di un cantante famoso) e poi con la cantante June Carter, l’amore per la quale occupa la seconda parte della pellicola. L’affetto profondo per il fratello scomparso precocemente, che lo lascerà per sempre con una ferita viva, come qualcuno che abbia perso la sua metà buona (o meglio: da lui idealizzata, fino ad esserne ingiustamente e dolorosamente soffocato), che lo “marchierà” a vita con un atteggiamento malinconico e al tempo stesso grato, fattore che si rifletterà anche nella sua struggente musica, asseme a una profonda religiosità, purtroppo occultata nel film. Poi la madre, da cui è appena accennato il fatto che abbia ereditato la passione per il canto ma che, nonostante questo potrebbe essere un elemento importante nella ricostruzione della vita di un cantante, rimane ben poco definita e descritta. Lasciando spazio invece al padre, con cui Johnnny fin da piccolo ha un rapporto conflittuale e da cui riceve fino alla fine un trattamento psicologicamente spietato. Forse una figura dipinta in modo esageratamente duro, quasi macchiettistica. Ma comunque utile a rafforzare l’idea di un Johnny Cash incompreso, dolente e in cerca di un tu con cui condividere tutto: la musica, la vita, una casa. Cash trova tutto questo in June Carter, cantante country che quando Johnny era a inizio carriera calcava già le scene da anni con la sua famiglia di musicisti. Sicura di sé, sa come muoversi nell’ambiente dello spettacolo, cerca la tranquillità e l’appagamento del cuore (ha un matrimonio alle spalle e due figlie cui badare) e rappresenta un punto solido per il solitario Cash, che ben presto si rende conto di non poter più fare a meno di lei. Per l’uomo stare con lei diventa un match, interessante nella misura in cui June sembra essere l’unica davvero in grado di farlo uscire dai confini angusti della sua solitudine autoimposta e di costringerlo a fare i conti con qualcuno. Per lui conquistarla definitivamente sarà una lunga e dura sfida, al termine della quale guadagnerà non solo la compagna del resto della sua vita, ma anche e soprattutto se stesso (“Walk the line”, titolo originale del film, è un verso di una celebre canzone di Cash che dice “io con lei rigo dritto”). Per le loro performance Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon sono stati candidati come migliori attori protagonisti ai prossimi Oscar (5 marzo 2006). Un riconoscimento, soprattutto all’ottima prova di lui, che non sembrerebbe affatto inadeguata (notevoli anche le prove canore dei due interpreti, che hanno cantato di persona tutti i brani del film). Non un film agiografico (il periodo della dipendenza da droghe del cantante è lucidamente ritratto come una debolezza – come pure, ad esempio, le infedeltà alla moglie con alcune fan), ma un bel ritratto che dà, anche a chi non aveva mai sentito parlare di Johnny Cash, motivo per cominciare ad interessarsi alla sua persona ma soprattutto alla sua più eloquente testimonianza rimastaci: la sua musica. (Eva Anelli)



Data

Martedì 10 Aprile 2012 ore 20:45

Luogo

The Space, Barilla Center, largo Fausto Bocchi 29/a, Parma