50 anni dalla “Populorum progressio” di Paolo VI

Gennaio 13, 2017
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Il prossimo 26 marzo 2017 ricorre il 50^ anniversario della pubblicazione dell’Enciclica sociale “Populorum progressio” scritta da papa Paolo VI. La Dottrina Sociale della Chiesa, tradizionalmente si fa iniziare con l’enciclica di Leone XIII “Rerum novarum”, che fu pubblicata nel 1891, ma in realtà sarebbe più opportuno fare riferimento alla “Immortale Dei” del 1885, che nel suo stesso incipit enuncia la questione di fondo che la Dottrina Sociale della Chiesa propone all’uomo del nostro tempo con parole famose: “Quell’immortale opera di Dio misericordioso che è la Chiesa, sebbene in sé e per sua natura si proponga come scopo la salvezza delle anime e il raggiungimento della felicità celeste, pure anche nel campo delle cose terrene reca tali e tanti benefìci, quali più numerosi e maggiori non potrebbe se fosse stata istituita al precipuo e prioritario scopo di tutelare e assicurare la prosperità di questa vita terrena”), costituisce la punta di diamante della sfida culturale (ma non solo “culturale”!), che la Chiesa propone all’uomo del nostro tempo, perfettamente in sintonia con la puntuale ed efficace osservazione della “Gaudium et Spes” del Concilio Vaticano II, secondo cui: “La dissociazione, che si costata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana, va annoverata tra i più gravi errori del nostro tempo” (GS, 43).

Uno dei documenti più importanti del Magistero sociale del XX secolo è certamente la “Populorum progressio” di Paolo VI: pubblicata il 26 marzo 1967, ne ricorre quest’anno il 50^ anniversario. Tale è l’importanza di questa enciclica, che Giovanni Paolo II ne celebrò il 20^ anniversario della pubblicazione con la “Sollicitudo rei socialis” e Benedetto XVI, nel 40^, pubblicò la “Caritas in veritate”. Quest’ultima enciclica, in vero, fu pubblicata solo due anni dopo, nel 2009, perché il Papa aveva voluto capire meglio e approfondire la crisi economica scoppiata nel 2007-08. Egli stesso intese così celebrare la “Populorum progressio” con parole davvero eccezionali: “A oltre quarant’anni dalla pubblicazione dell’Enciclica, intendo rendere omaggio e tributare onore alla memoria del grande Pontefice Paolo VI, riprendendo i suoi insegnamenti sullo sviluppo umano integrale e collocandomi nel percorso da essi tracciato, per attualizzarli nell’ora presente.

Questo processo di attualizzazione iniziò con l’Enciclica “Sollicitudo rei socialis”, con cui il Servo di Dio Giovanni Paolo II volle commemorare la pubblicazione della “Populorum progressio” in occasione del suo ventennale. Fino ad allora, una simile commemorazione era stata riservata solo alla “Rerum novarum”. Passati altri vent’anni, esprimo la mia convinzione che la “Populorum progressio” merita di essere considerata come la “Rerum novarum dell’epoca contemporanea”, che illumina il cammino dell’umanità in via di unificazione” (n.8).

Leggi il testo della “Populorum progressio”


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