Dialoghi di Vita Buona

Dicembre 17, 2015
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I “Confini” è il filo conduttore delle prime tappe dei “Dialoghi di vita buona”, l’iniziativa della Diocesi Milanese che ha preso il via lo scorso novembre. “Vita buona significa creare nella metropoli luoghi e spazi di confronto libero e perciò laico, perché occorre narrarsi e raccontarsi, trovando una strada comune in questo cambiamento d’epoca. Abbiamo capito che la precedente è finita con la caduta dei Muri, ma adesso – e la tragedia di Parigi lo prova in termini ancora più radicali -, bisogna creare un processo capace di allargarsi al territorio, nella logica di un dialogo e di un confronto in cui valgano le buone ragioni. E per questo piantare qualcosa “di solido” in una realtà che diviene sempre più frammentaria e che, proprio per questo, suscita paura e reazioni che non ci fanno andare verso vita buona, anzi il contrario”. Il cardinale Scola spiega con queste parole l’idea dei “Dialoghi di vita buona”, nata in lui qualche mese fa il cui scopo è quello di creare un soggetto collettivo in grado di affrontare in modo nuovo e maturo quella transizione epocale che stiamo vivendo, di fronte alla quale non possiamo che sentirci naufraghi se affrontata in modo disperso e frammentato. L’idea si è articolata attraverso il dialogo con differenti personalità del mondo cattolico e laico milanese in una proposta che durerà due anni a partire da novembre 2015, caratterizzata da tre serate (ogni anno) nella sede del Piccolo Teatro Studio Melato di Milano. Il processo che conduce a queste serate e che ne consegue è volto a creare riflessioni sulle tesi lanciate dai “Dialoghi di vita buona” per provocare la cultura e il pensiero che ci circonda, attraverso incontri, testimonianze, film, spettacoli e commenti sui social (Twitter, Facebook, Google+, Instagram e Youtube).

Il processo dei Dialoghi di Vita Buona è iniziato il 24 novembre 2015 con Massimo Cacciari, Paolo Magri e Pierangelo Sequeri sul tema “Migrazioni”. Ed ha messo a tema la necessità che l’Europa prenda coscienza dei suoi nuovi abitanti e non costruisca muri. Può oggi la Milano dei 13mila rifugiati accolti in un anno essere la solita che, dal 1955 al 1960, ha accolto 400mila immigrati, edificando interi quartieri come Qt8 o il Gallaratese?

Il secondo appuntamento è stato il 2 marzo alle 20.30 al Piccolo Teatro Studio Melato (via Rivoli 6, Milano). L’Arcivescovo di Parigi, il cardinale André Vingt-Trois, il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, la presidente della Rai, Monica Maggioni, e il pro-rettore dell’Università Cattolica, Francesco Botturi, nel ruolo di moderatore, hanno discusso sul tema: «Le cose che abbiamo in comune», con riferimento alla società odierna, meticcia e multietnica.
«Se non persegue il bene comune, una società si disgrega o finisce preda di conflitti, fino alla guerra civile», dice Botturi, anticipando il tema del 2 marzo. «L’idea di bene comune è più basilare, perché riguarda piuttosto l’essere-insieme degli attori sociali: gli amici possono avere cose in comune, ma il loro bene comune è lo stesso loro stare insieme, l’amicizia».

Il terzo appuntamento con i “Dialoghi di vita buona. Milano metropoli d’Europa”, si terrà lunedì 23 maggio 2016, alle 20.30, al Piccolo Teatro Studio Melato. La terza serata, alla luce dei più recenti sviluppi di attualità, prosegue la riflessione sul fenomeno migratorio, fornendo chiavi di interpretazione consistenti attraverso gli interventi di esperti di geopolitica e di economia, nonché di rappresentanti del terzo settore, in modo da rendere protagonisti anche quanti governano questi problemi.

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Leggi l’articolo su Tracce.it “Confine: soglia o barriera?”

Video del I evento dei “Dialoghi di vita buona” tenutosi a Milano, lo scorso 24 novembre 2015
Video del II evento dei “Dialoghi di vita buona” tenutosi a Milano, lo scorso 2 marzo 2016


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