Cernusco sul N. (Mi): La fede che preferisco è la speranza
Centro Culturale J. H. Newman, con la collaborazione di cinque Centri Culturali della Martesana, ha promosso, il 16 aprile 2015, presso l’Agorà di Cernusco sul Naviglio una serata in onore di Charles Péguy.
Il titolo prescelto è stato La fede che preferisco è la speranza: tema da noi amatissimo e fil rouge delle nostre proposte annuali del Centro Culturale Newman, da Eugenio Corti alla mostra La luce splende nelle tenebre sui martiri della Chiesa Russa, in questo momento dove i segni di sconforto e di paura sembrano prevalere.
Le occasioni puntuali erano il centenario della morte di Charles Péguy, avvenuta nel 1914 sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale, e la grandiosa mostra al Meeting di Rimini 2014, dedicata al grande scrittore francese.
Relatore d’eccezione il massimo esperto italiano Pigi Colognesi, giornalista e scrittore, che per tre anni ha approfondito l’incontro con Péguy fino a scrivere la prima e più vasta biografia italiana dell’Autore.
Dopo il saluto introduttivo del prevosto don Ettore Colombo della Comunità Pastorale Famiglia di Nazaret, che ha arricchito il tema della speranza leggendo una poesia-preghiera di Dietrich Bonhoeffer, la serata ha fatto perno su alcuni capitoli del film su Péguy, realizzato per la Mostra del Meeting 2014 da Pigi Colognesi e dalla sua équipe.
Ambientato ai nostri giorni (e girato in parte tra i santuari mariani della nostra Martesana, dal Pilastrello di Inzago a Caravaggio) il film ripercorre la drammatica esperienza umana di Péguy, dall’infanzia segnata dalla povertà e dalla morte del padre, alla adesione appassionata al socialismo per la costruzione della “città armoniosa”, fino al ritorno alla fede cattolica, accompagnato da una serie di testi poetici di una bellezza e di una verità sconvolgenti.
Colognesi ha ripreso il tema della Speranza leggendo numerosi passi del Il Portico del Mistero della seconda virtù, dove Peguy esalta questa piccola bambina, che trascina le sue sorelle, la Fede e la Carità, e proviene da Dio stesso, dalla Sua gioia sovrabbondante che si comunica alla altrimenti incurabile miseria dell’uomo.
Péguy ci aiuta a rivivere parole spesso usurate e scontate, scavandole nel fondo della propria esperienza per nulla facile, ben lontana da un superficiale ottimismo. Per questo di lui ha detto il grande teologo H. Von Balthasar: «Non si è mai parlato così cristiano».