Forlì: Migranti la sfida dell’incontro
Il Centro Culturale “La Bottega dell’Orefice” è stato tra i promotori della mostra dal titolo “Migranti La sfida dell’incontro”, realizzata in occasione della manifestazione “Meeting per l’Amicizia fra i popoli”, anno 2016.
L’organizzazione della Mostra “Migranti: la sfida dell’incontro” ha generato qualcosa di nuovo nel confronto sula questione dell’immigrazione, nei modi di fare cultura e associazionismo nella città di Forlì. Il metodo di lavoro scelto dai curatori, non ideologico e aprioristico, senza la volontà di offrire soluzioni preconfezionate,
è il maggiore punto di forza del percorso espositivo. La scelta di approfondire le ragioni che hanno spinto uomini e donne a lasciare le proprie terre, le testimonianze di chi è impegnato quotidianamente, in ambiti diversi nell’accoglienza e nell’integrazione, hanno incontrato la volontà di capire e comprendere meglio l’immigrazione, uscendo dai luoghi comuni della politica, della comunicazione e del pregiudizio. I dati sulle presenze registrate in una sola settimana di permanenza della mostra a Forlì sono eloquenti: oltre 1.200
persone hanno compiuto la scelta di oltrepassare il velo della superficialità per iniziare a formarsi un giudizio e una posizione diversa nei confronti della migrazione. Un scelta significativa che segna il passaggio a favore dell’umano e dell’incontro con i volti e le storie di quanti hanno abbandonato i loro Paesi in cerca di una vita diversa.
Il pubblico, formato da studenti delle scuole superiori e in maggioranza da tanti cittadini, rappresenta un segno nuovo per una città come Forlì, caratterizzata da una vita culturale asfittica, dove i grandi eventi culturali puntano solo a stimolare la meraviglia estetica ed estatica del pubblico attraverso un’erudizione sterile, che genera il nulla: né esperienza, né domande, né riflessione, né giudizio. La mostra “Migranti” ha invece dimostrato che non è vero che ci si trova davanti ad un’opinione pubblica indifferente: entrando in mostra, ogni visitatore è andato alla ricerca di esperienza, di domande, di riflessione e di giudizio.
Anche l’organizzazione della mostra e la preparazione degli eventi e degli incontri ad essa collegati ha rappresentato un segno nuovo per la città di Forlì. Non si è trattato soltanto di allestire uno spazio: si è proceduto a riempire quello spazio di contenuti, rappresentati dalle esperienze e dalle testimonianze di chi, a livello locale e non solo, è impegnato in prima persona con le persone migranti. Le testimonianze hanno spaziato dalla sfida dell’incontro nella dimensione della reclusione e della sofferenza in carcera, alla sfida nell’ambito della scuola e dell’insegnamento della lingua italiana, alla questione del dialogo interreligioso.
Testimonianze portate da uomini e donne, provenienti da esperienze e formazioni profondamente diverse, ma accomunate dalla volontà di confrontarsi con la dimensione dell’umano e della realtà, senza scadere nella questione della semplice competenza tecnica o dell’analisi dei numeri.
Il Centro Culturale “La Bottega dell’Orefice”, il Servizio “Migrantes” della Diocesi di Forlì-Bertinoro, Il per la Pace di Forlì, espressioni di diverse anime del mondo cattolico, il Museo Interreligioso, impegnato nel dialogo tra diverse comunità religiose, Il Comune di Forlì, da sempre sensibile alla questione dei migranti e
dell’integrazione, l’Associazione “Forlì Città Aperta”, espressione del mondo laico, tutte le persone impegnate in questa realtà hanno lavorato insieme. È un segno da cogliere e uno dei risultati più importanti generati dalla Mostra: identità diverse non si sono fermate alla propria competenza, ma si sono spese a favore dell’umano, diventando una risorsa alla quale i cittadini di Forlì possono oggi guardare con occhi nuovi.
(Enrico Bertoni, direttore del Museo Interreligioso di Bertinoro)