Palermo: La natura del bastardo
La presentazione del libro di Davide Rondoni dal titolo “La natura del bastardo” (Mondadori, 2016). “Un vero e proprio formidabile accendersi, e poi riaccendersi, di frammenti vitali, in un coacervo di esperienze, di impressioni forti e contraddittorie, di amore vario eppure ininterrotto, in un rapporto costante e diretto con il reale, nella contemporaneità, che non lascia tregua al lettore. Davide Rondoni tocca con questo libro il punto di più persuasiva tensione nella sua ricerca poetica, che si propone come fortemente innovativa pur senza programmarsi come tale. Innovativa perché riesce a cogliere, dalla dimensione anche apparentemente banale dell’esistere e dalla normalità del linguaggio piano della comunicazione, gli strumenti e gli spunti per una riflessione implicita continua sulla dimensione umana, non senza i felici effetti di improvvisi stacchi verticali. Rondoni ci offre dunque i suoi viaggi nella quotidianità del molteplice manifestarsi dell’amore, con la capacità di attraversare il buio dell’esperienza e delle cose e di farle trionfare in una sorta di imprevista luce. La luce che squarcia l’opacità apparente dell’esistere. Ed ecco allora che il poeta «cerca la profondità, deflagrazione / dell’essere in tutte le cose». Profondità, beninteso, ricercata in questi versi senz’ombra d’enfasi, ma investigata tra umani errori e cadute, e nondimeno slanci di rinascita. Seguendo in questo anche i percorsi della natura stessa in movimenti sottotraccia che ne coinvolgono insieme splendore e imperfezione. La natura del bastardo è quella del normale essere umano autentico, consapevole dei limiti suoi e della natura e delle sue stesse colpe, eppure in cerca costante di una verità. Una verità del tutto antiretorica, appunto, la verità personale di chi vive in questo mondo con tutti i suoi equivoci e orrori, ma anche disposto a rinascere ogni volta nella meraviglia che sempre si rinnova dell’esserci e osservare, da dentro, il creato nella sua energia oscura. Rondoni passa per luoghi svariati di questo rimpicciolito mondo, coinvolge i vertici dell’umana storia culturale e transita per bar, discoteche, ipermercati senza negarsi alla sempre più pervasiva trafila del moderno anche tecnologico. Scrive con grande libertà espressiva, tra sprezzature, momenti di lirica compostezza e sprazzi espressionistici. Ed è, per nostra fortuna, uomo di sentimento, che si interroga, certo, ma che soprattutto sa far circolare il proprio senso inquieto dell’esistere nella pasta densissima e variegata dei propri versi.”