Roma: I nuovi Unni



nuovi Unni, di Gianfranco Amato, edizioni Fede & Cultura, 2012.
Presentando il libro «I nuovi Unni – Il ruolo della Gran Bretagna nell’imbarbarimento della Civiltà Occidentale», (durante la trasmissione «Carte scoperte» di mercoledì 28 marzo 2012) sono stati trattati i più scottanti temi di attualità: la responsabilità storica e culturale del Protestantesimo in questa trasformazione epocale della nostra cultura; i rapporti con l’Islam; l’omosessualità e la famiglia; l’individualismo, il soggettivismo e la tecnoscienza come caratteristiche del nostro modo di guardare la realtà; la cristianofobia, dilagante in molte parti del mondo, che genera inedite situazioni di discriminazione e di ingiustizia; la responsabilità dei cattolici oggi, per una difesa senza paura della dignità di ogni uomo e della libertà per tutti.
Alcune importanti affermazioni di Mons. Negri, che ne cura la prefazione:
1. “È necessaria una rivoluzione culturale nella Chiesa: questo vuol dire recupero della tradizione … senza la quale abbiamo nella stessa Chiesa un potpourri di opinioni che costituiscono l’elemento massimo di confusione”.
2. «E’ vietato credere ai miracoli». “La stragrande maggioranza della ecclesiasticità certamente ritiene che il miracolo non sia una realtà esistente, perché ciò che impregna ancora la mentalità di molti ecclesiastici è un tipo di razionalismo illuministico che ha demolito l’idea di soprannaturale, relegato fuori dall’ambito della vita. «Dio se c’è non c’entra» ricordava il grande Cornelio Fabro”.
3. «L’esodo dalla chiesa anglicana». “Siamo arrivati alle estreme conseguenze di questa modernità disumana… Prego la Madonna perché coloro che si rivolgono alla Chiesa cattolica non restino delusi scoprendo tra qualche mese che qui si sta più o meno come stavano loro prima”.
4. «Sulla omosessualità». “Oggi nella chiesa cattolica stanno avvenendo cose inaudite che tendono a creare mentalità, come ad esempio il tentativo di trovare i valori della omosessualità fino ad affermare che essa è una forma di amicizia, quando la parola omosessualità ricorda tutto fuorché una amicizia”.
5. “Chi nella Chiesa avendo responsabilità, non la pratica come servizio, come amore, (perché chi comanda è il primo che deve amare), snatura l’identità profonda della Chiesa, mutando il DNA della Chiesa stessa e trasformandola in una qualsiasi associazione umana in cui vigono gelosie, antipatie e invidie, le consorterie e le amicizie, in cui parrocchie e diocesi diventano merce di scambio di aderenti alle varie consorterie”.

Gli esempi proposti da Gianfranco Amato sono moltissimi, e tutti segno di una profonda deriva anticattolica: dalla bioetica all’attacco ad ogni espressione pubblica della fede. Le conseguenze di questa mentalità si vedono ormai anche qui da noi, in Italia, se lo stesso Avvocato ha dovuto difendere il Vescovo di Grosseto (come documentato nel sito CulturaCattolica.it) dalla accusa di avere violato la laicità delle istituzioni incontrando i giovani nelle scuole durante la sua Visita Pastorale. Il Capo dello Stato, cui era stato presentato un ricorso straordinario, ha dato ragione al Vescovo. Se fossimo stati nel Regno Unito, le cose sarebbero andate certamente in modo diverso, come hanno dimostrato i tanti casi di licenziamento di impiegati che portavano una semplice croce al collo (basta una scorsa alle pagine del libro per rendersi conto di queste varie forme di ingiustizia, o – come sottolinea Amato – della logica dei ‘due pesi e due misure’).
È necessaria una resistenza culturale e soprattutto una ripresa forte della propria identità. Le parole del Vescovo Mons. Negri ci spronano e ci spingono ad un cambiamento: Ciò che irrita è l’inconsapevolezza di tanti che per vocazione e per funzione dovrebbero essere sentinelle sugli spalti della città e dovrebbero annunciare a chi sta dentro i pericoli, le difficoltà, i nemici e invece non lo fanno. Credo davvero che uno dei punti più significativi dell’insegnamento di Maritain sia quel capitolo del «Contadino della Garonna» in cui egli dice che l’errore della Chiesa di oggi è quello di inginocchiarsi di fronte al mondo. E Maritain faceva una lettura di questa dimissione ideale (perché il problema non è mai la morale, innanzitutto, ma la concezione della vita, di cui la morale è un aspetto)… Allora il problema è quello di riadeguare le strutture formative di coloro che si preparano a diventare preti, perché siano coscienti della loro identità. Solo questo potrà sostenerci nel confronto con gli «Unni».
(don Gabriele Mangiarotti, culturacattolica.it)



Data

Giovedì 24 Maggio 2012 ore 21:00