San Severino Marche: La ferita aperta
San Pacifico Divini, copatrono di San Severino Marche, è nato in questa città il 1° marzo 1653 e qui è morto il 24 settembre 1721, quindi il 2021 è l’anno del terzo centenario. Egli a diciassette anni è entrato nell’ ordine dei Frati Minori dell’Osservanza Riformata, distinguendosi da subito per l’ascesi esemplare in ogni attività e per il raccoglimento e la preghiera profondi. Nonostante sia stato colpito già da giovane da gravi malattie, tra cui delle piaghe irrimarginabili alle gambe (da qui il titolo “LA FERITA APERTA” scelto per la Mostra, che vuole prendere spunto dall’aspetto fisico per sottolineare la chiamata a non cedere al torpore che può prendere ognuno di noi), non è stato mai sentito lamentarsi, anzi ha accettato totalmente la sua condizione, facendone una via di purificazione e santificazione. E’ stato ripagato da Dio con estasi e prodigi già in vita, come quello delle rondini che vanno a ‘puntare’ i suoi occhi affetti da cecità (vedi manifesto), tanto che era conosciutissimo in Città e nel circondario, e dopo la sua morte il culto è continuato forte fino ai nostri giorni, essendosi intensificato dopo la canonizzazione avvenuta nel 1839.
Due sono state le giornate centrali dei festeggiamenti a lui dedicati nel 2021: la prima il 24 settembre con una Solenne Concelebrazione e l’inaugurazione della mostra: “San Pacifico Divini – La ferita aperta” allestita da noi; la seconda il 30 ottobre con la visita del Cardinal Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e Presidente della CEI. E’ sorprendente come quest’ultimo nell’omelia abbia ripreso il tema da noi dato alla mostra, appunto “LA FERITA APERTA”, inserendo il felice aforisma “ FERITA-FERITOIA”. Con esso il Cardinale ha invitato tutti a condividere la drammaticità della propria condizione come visuale che conduce all’ Altro e agli altri. Toccante è stata la testimonianza da lui citata di una donna in gravi condizioni che gli ha detto: “ Vede Padre, Dio scrive la sua storia anche con i nostri pastelli spuntati… con tanti pezzi di vetri rotti può realizzare un mosaico”.
