Udine: Trying to walk like a man. Padri e figli nel rock

“Il rock sta tutto in un grido: papà! ”
È un urlo imbarazzante. È il voler dimostrare ai propri padri che i figli valgono, che sono degni di attenzione”. Questa affermazione di Bruce Springsteen può apparire strana, inusuale. Eppure anche nella musica rock, che abitualmente esprime un desiderio di rivalsa, una frattura con la generazione precedente, il dolore per l’assenza, l’inadeguatezza o l’incomprensione del padre è all’origine di bellissimi brani.
Ciò è legato al fatto che il rapporto con il proprio padre è fondante per la personalità, è ciò che permette di diventare veramente adulti. Lo abbiamo visto nei testi dei ragazzi che hanno partecipato al concorso letterario Finding Father e nei brani di letteratura
proposti dalla mostra “Nessuno genera se non è generato”. Ed ancora nelle parole del professor Franco Nembrini, che ci ha testimoniato come la sua capacità di educare non sia altro che il riflesso di quanto vissuto nella propria famiglia.
O in quelle di don Jonah Lynch che, accanto al suo, ha avuto bisogno dell’aiuto di nuovi
padri per ‘superare le cascate come i salmoni nel fiume Hudson’ e trovare la propria strada.
Ci è sembrato interessante quindi andare a vedere come questo grido è stato interpretato da diversi autori. Per fare questo abbiamo dovuto interessarci alle storie dei protagonisti, perchè il rock non si capisce se ci si limita ai suoni o alle parole. È necessario immergersi nelle vicende concrete, per scoprire l’origine ed il motivo per cui ciascun brano è stato scritto.
Venerdì 21 giugno, nell’auditorium del Bearzi, ascolteremo le storie e le canzoni (alcune suonate dal vivo) di Bruce Springsteen ed altri importanti protagonisti del rock.
Avremo così la possibilità di scoprire come il grido del rock sia quello di ciascuno di noi: il desiderio di essere accolti e guardati da un padre.
(Cristina Bassi, Udine)