La questione

Come il presepe di Greggio

6 Gennaio 2024
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Casale Monferrato: Presepe vivente per le vie della città

“Tu sei un bene per me”

Con un richiamo al presepe di Greccio da cui ricorrono 800 anni si è aperta la sacra rappresentazione organizzata nel pomeriggio di sabato 23 dal Centro culturale Alberto Gai. «Greccio divenne come una nuova Betlemme. L’appassionato desiderio di Francesco di vedere, toccare, abbracciare la concretezza del Salvatore, del Dio fatto carne, che sia il Bambino nella stalla di Betlemme o il Crocifisso, esprime il cuore del cristianesimo». Ed è proprio questo ogni anno l’intento degli organizzatori: sottolineare il significato del Natale annunciando che Dio ha voluto farsi prossimo agli uomini diventando uno di loro. «Non c’è niente di più concreto di questo» afferma don Luigi Giussani in una delle riflessioni proposte.

Nella splendida cornice della chiesa di Santa Caterina si sono svolte la scena dell’Annunciazione e del Sogno di Giuseppe, poi il corteo – guidato dalle nenie natalizie suonate dalla ghironda – ha raggiunto la postazione romana davanti al teatro, dove è stato letto l’editto del censimento, e infine il duomo, dove è stata allestita la Natività.

Mons. Gianni Sacchi ha accompagnato tutta la rappresentazione e nel suo intervento finale ha ripreso il tema di Greccio: «Presepe vuol dire “mangiatoia”. Raccontano le cronache che a Greccio san Francesco fece celebrare l’Eucaristia e sulla mangiatoia invece del Bambino depose il pane e il vino consacrati. Betlemme significa “casa del pane” e il Figlio di Dio si è fatto uomo dicendoci: “Io sono il pane della vita”. Dio si è fatto bambino per poter essere abbracciato e accolto da tutti. Questa è la grandezza della nostra fede: un Dio da abbracciare e di cui non aver timore». Non manca un richiamo del vescovo alla situazione attuale in Terrasanta denunciando che l’annuncio degli angeli ai pastori «Pace in terra agli uomini amati da Dio» è stato tradito dal nostro odio e dalla nostra fame di potere e di rivendicazioni.

Il Centro culturale Alberto Gai ringrazia per la preziosa collaborazione l’Associazione Santa Caterina e il coro dell’Unità Pastorale Sant’Evasio che ha accompagnato coi canti della tradizione la riflessione sul Natale.

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