AL FONDO DEL NULLA

Il soffio della vita. Tolstoj, Pasternak, Grossman di Tiziana Liuzzi, Edizioni di Pagina 2014

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«Tutto cospira a tacere di noi, un po’ come si tace un’onta, forse, un po’ come si tace una speranza ineffabile» (Rilke).
Perché parlare del nichilismo? Con il non senso abbiamo imparato a convivere: ha dismesso la sua apparenza tragica, si è fatto dimenticanza, refrain dialettico. Si può vivere, amare, morire in una società in cui la cultura dominante sia segnata dal nichilismo, ma non si può sperare perché per sperare è necessario essere autocoscienti, liberi: un io.
Il tema delle conversazioni qui trascritte è il nostro io, di cui tutto cospira a tacere, quasi il suo esserci fosse un’onta da nascondere; un’onta che si rovescia, però, a volte, come la luce in certe pozzanghere, in speranza. In questo rovesciamento – come emerge nei capolavori di Tolstoj, Pasternak, Grossman – sta il paradosso che è avvenuto nello spirito russo. La tragedia del nostro tempo è l’oblio della coscienza che nella Russia del Novecento si è rivelata, però, proprio attraverso la catastrofe e la perdita di sé, occasione per la scoperta di un’ineffabile speranza.

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