Di Elena Bono, prefazione di Alessandro Banfi e postfazione di Francesco Marchitti e Stefania Segatori, Marietti editore, collana Narrativa, 2016
31/05/2016 I sette racconti che compongono il volume sono le parti di un unico affresco, in cui si staglia centrale la figura di Gesù. Mai in visione diretta però, ma solo attraverso il filtro degli altri personaggi. Con tecnica magistrale e carica di suggestione, tipica della sua arte, Elena Bono affida a figure minori il compito di parlare di Gesù. Una vera e propria “incarnazione”, attraverso la quale il lettore vive in presa diretta i fatti che circondano la storia più importante di tutti i tempi. La suocera di Pietro, la figlia di Giairo, il centurione Marco, le guardie poste a vigilare il sepolcro della deposizione e Piccolo Abi, l’anziano nella cui casa verrà allestito il cenacolo. Attraverso di loro entriamo in quella che Alessandro Banfi nella prefazione descrive come “una storia che ha una forza magnetica unica e che da sempre catalizza l’attenzione, è la vicenda di quell’uomo che si faceva chiamare Gesù, il figlio del falegname di Nazareth.”
Dalla quarta di copertina: Quante volte s’è seduto dove stai te adesso”, pianse Lia amaramente, “e tutti quei miracoli…tutte le cose che diceva, non ve le ricordate più…quelle parole che ci mettevano una cosa, dentro, che non si sapeva cosa era…e tornavano a casa che piangevano e eravamo contente. E solo a guardare la sua faccia, pareva che non potevamo più andarcene via da lui, non lasciarlo più…”. Morte di Adamo, il capolavoro di Elena Bono, è un affresco della passione di Cristo di rara bellezza. Ne la Moglie del Procuratore, originariamente incluso in questa raccolta e ripubblicato in volume a se stante nel 2015, è Claudia, la moglie di Pilato, a raccontare i fatti sconvolgenti che seguirono la morte di Gesù. In questi racconti invece emergono figure e vicende che stanno accanto a quelle centrali nei Vangeli: la suocera di Pietro, il centurione Marco, gli apostoli in cerca dell’uomo che ospiterà il Signore e i suoi per l’Ultima cena, le guardie fuori dal sepolcro dopo la deposizione…
Gesù non compare mai se non in istanti di silenzio che rompono il disordinato clamore circostante: eppure Egli è la grande presenza, il baricentro decisivo intorno al quale ruotano le vicende dei personaggi, come in una grande metafora della storia. Come scrive Alessandro Banfi nella Prefazione: “In un certo senso siamo fatti perchè ci vengano raccontate delle storie, e se c’è una storia che ha una forza magnetica unica e che da sempre catalizza l’attenzione, è la vicenda di quell’uomo che si faceva chiamare Gesù, il figlio del falegname di Nazareth.”
L’AUTORE
Elena Bono (29 ottobre 1921 – 26 febbraio 2014) è una delle più grandi scrittrici italiane della seconda metà del XX secolo. Apprezzata da Emilio Cecchi, da Pier Paolo Pasolini e da altri personaggi di spicco del panorama culturale di fine Novecento, ha esordito nel 1952 come poetessa con I galli notturni (Garzanti) e come narratrice nel 1956 con Morte di Adamo (Garzanti). Altre opere degne di nota: Come un fiume come un sogno, primo romanzo della trilogia Uomo e Superuomo, cui seguono gli altri due episodi: Una valigia di cuoio nero (1998) e Fanuel Nuti. Giorni davanti a Dio (2002 e 2003). Più conosciuta e rappresentata è l’opera per il teatro: La grande e la piccola morte (1965) e Sera di Emmaus (2008).