UMANESIMO CRISTIANO E MODERNITA’

Introduzione alle Encicliche sociali. Dalla Rerum novarum alla Caritas in veritate di Maurizio Ormas, Lateran University Press 2014

Image

Perché i papi, a un certo punto della storia, hanno cominciato a scrivere encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un suo insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l’uomo, o viceversa? Per rispondere a queste domande, occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli: ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. L’ideale della fraternità e solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace comefrutto della giustizia, i diritti dell’uomo che precedono
gli ordinamenti positivi degli stati, l’equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione di sé in senso personale e sociale, la sussidiarietà orizzontale come condizione di una soggettività sociale più ricca, il
prevalere del bene comune rispetto agli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l’impegno delle religioni a favore della pace perché «non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio» (Benedetto XVI): questi ideali fanno ormai parte del patrimonio etico di gran parte dell’umanità e sono spesso sanciti nelle convenzioni internazionali. Tuttavia è anche grazie al magistero sociale cattolico se oggi vengono indicati come
fondamenti del vivere civile e quindi come mete cui aspirare.

Condividi: