Momenti di dignità. E’ la Mostra fotografica di Joseph Weiler presentata per la prima volta al Meeting di Rimini 2015. Le foto del prof. Joseph Weiler dicono della condizione dell’uomo. Una condizione complessa e profonda. Con la sua fotografia, cerca di catturare, attraverso l’obbiettivo, quel momento di dignità che, al di là della parola, al di là del sorriso, al di là dello sguardo della mente, penetra e indica l’essenzialità della condizione umana, fatta a immagine e somiglianza di Dio. Da una parte, nella dignità siamo tutti uguali, il re e il suo servo, e allo stesso tempo siamo tutti unici, abbiamo tutti la nostra unicità, che dà l’identità specifica a ogni persona. In questa mostra vedrete il tentativo di catturare questo essenziale della condizione umana, l’eguaglianza e l’unicità.
Scheda di presentazione a cura di JHH. Weiler
Nella mostra fotografica potrete osservare due generi di fotografie: fotografie di persone e fotografie di luoghi, intitolate rispettivamente Momenti di Dignità e L’anima dello Spazio .
Momenti di Dignità
C’è un profondo paradosso nella nostra cultura che arriva al cuore della condizione umana. Ecco die parole, simili ad un paio di monete in tasca, ben consunte, che sono sicuramente tra le più usate della nostra vita politica, e che colgono tale paradosso: “Uguaglianza” e tutto quel che ne consegue; “l’Altro” e tutto quel che ne consegue.
Possiamo discutere sui dettagli, ma chi non afferma l’uguaglianza – di trattamento, di prospettive, di opportunità, di merito? Chi non condanna la “discriminazione”, che altro non è che l’opposto dell’uguaglianza? Non sono l’uguaglianza e la non discriminazione il Diritto Fondamentale dell’uomo? Eppure, allo stesso tempo, insistiamo sulla nostra “Alterità”, la nostra unicità, le nostre differenze, sul multiculturalismo, sul diritto non solo ad essere diversi, ma anche che questa diversità ed unicità meritano rispetto e libertà.
Non aspettatevi ora una brillante soluzione, questo paradosso è, insisto, costitutivo della condizione umana e della nostra socialità.
E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò (Gen, 1)
Eccolo qui in tutta la sua gloria: Il Paradosso dell’uguaglianza e della diversità come parte della nostra stessa ontologia; un elemento essenziale di ciò che significa appartenere al genere umano. Il concetto stesso della dignità umana racchiude questo sorprendente paradosso: siamo tutti uguali, indipendentemente dalla nazionalità, status sociale, situazione economica, razza o sesso, come creature fatte ad immagine del Nostro Creatore, Santo, Benedetto Sia Egli, Ella che riposa tra di noi (o l’equivalente laico). Ma quella stessa dignità determina la nostra unicità e peculiarità.
Le fotografie che vedrete in questa mostra cercano di racchiudere quella stessa idee di dignità: Persone di qualsiasi estrazione sociale, da ogni parte del mondo, diverse nell’aspetto, cultura, età, genere e circostante, ciascuna di loro un universo a sè stante, colte in un Momento di Dignità, espressione della nostra essenziale e fondamentale umanità.
Queste immagini, non chiedono di essere guardate per la tecnica, le angolazioni, il tipo di lenti o altre tecniche fotografiche ma sono piuttosto un approccio alla condizione umana. Come parte di questo approccio, noterete la quasi assenza di volti sorridenti. Questa non vuole essere una dichiarazione sulla tristezza o la felicità delle nostre vite. Il Momento di Dignità è contemplativo e, questa è la mia convinzione, un volto serio cattura al meglio la nostra diversità ed unicità.
L’anima dello spazio
Alcune delle fotografia esposte in questa mostra raffigurano dei luoghi. Non trattenete il respiro per la “gloria della creazione”, per gli spettacolari giochi di luce e ombre, per le vette delle montagne tra le nuvole o le cascate la cui potenza e bellezza deliziano gli occhi dell’osservazione. Non guardatevi attorno in cerca di bellezze create dall’uomo come si potrebbe trovare nei nostri paesaggi urbani o nelle realizzazione artistiche dei nostri grandi architetti o audaci ingegneri. E’ infine, non aspettatevi le prodezze tecniche di coloro per i quali la fotografia è una professione e vocazione.
Cosa allora?
Sospendete l’incredulità. I luoghi che osserverete sono tutti, in un modo o nell’altro, una riflessione sulla condizione umana in tutta la sua ricchezza e povertà. Tutti recano con sè tracce di un legame con il genere umano. Questo non è, decisamente fotogiornalismo, Resistete dunque al racconto superficiale, al facile giudizio, all’appagante cenno di comprensione, di ammirazione o di disgusto.
Il luoghi sono complessi quanto le persone con cui entrano in relazione. E tutti loro partecipano della nostra connaturata e irriducibile dignità dataci da Dio. Questi luoghi, anche i più ordinati, hanno quindi un’ anima che, come la bellezza, dovrà essere scoperta da voi, osservatori.