La ginestra è uno spazio per continuare un incontro, messo a disposizione dal Centro Culturale di Milano, in un tempo in cui la città è solo nelle case, mentre gli ospedali, che nelle città sono sempre stati attivi e vigili, oggi sono insonni. Vi è uno spazio dedicato in particolare a Pier Paolo Pasolini che qui si vuole approfondire.
Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più grandi intellettuali del ‘900, anzitutto e soprattutto poeta e capace di abbracciare anche il nostro tempo. Questo è un film-documentario realizzato da Fabrizio Sinisi, Matteo Bonanni, Andrea Carabelli, interamente girato nella Milano di oggi, nella piazze, grattacieli, chiese. Ma in che senso Pasolini ha sfidato il nulla? Perchè vedeva sopraggiungere la sostituzione di un’umanità autentica e popolare con un individuo solo, senza appartenenza, soggetto e oggetto di consumo, di una libertà e felicità concessa da un potere tenocratico con l’anima sostituita dal Progresso. E Pasolini che cosa ha opposto? “Solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto. Dà angoscia il vivere di consumato amore. L’anima non cresce più” (incipit de Il pianto della scavatrice – Le ceneri di Gramsci)
Nella notte del 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini venne brutalmente assassinato sul lungomare di Ostia in circostanze mai del tutto chiarite. A ormai quarantacinque anni dalla sua morte, nulla della sua potenza espressiva è andato perduto. Anzi, nel tempo, di Pier Paolo Pasolini appare sempre più evidente, più riconoscibile, l’oggettività specifica della sua forza: il carisma unico, insesorabile, di un uomo libero.
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