“Stupore nel reale”, Maurizio Bottoni al CMC sino al 24 febbraio

Gennaio 11, 2018
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“Stupore nel reale” è la mostra di Maurizio Bottoni organizzata dal Centro Culturale di Milano che rimarrà esposta sino al 24 febbraio presso la Sala San Vito, in Largo Corsia dei Servi 4, a Milano.

Siamo riusciti a fare cambiar casa all’artista milanese e raccogliere dal suo studio le tracce mature del suo ultimo lavoro A Milano la Mostra di Maurizio Bottoni presenta numerose opere dell’artista milanese, anche recentissime ed alcune in via di compimento, in una raccolta che ne sottolinea il carattere di meditazione profonda, silenziosa e possente della Realtà. La sua pittura ci mostra lo stupore cui ci invitano le cose, gli animali, gli oggetti, la natura, uno stupore che è come il loro stesso rivestimento, della loro fragilità e quotidianità finita. Quello stupore -che così tanto coinvolge il pubblico, di grandi e piccoli e i suoi numerosissimi collezionisti- è probabilmente l’atto di consegna, di restituzione dell’artista stesso, all’Uno di questa infinita varietà di possibilità ed esistenza di realtà materiali.
Il lavoro costante di Bottoni, di trattenere e riconsegnare una tradizione operativa e coloristica da cui veniamo, crea quel cortocircuito di intensi attimi di silenzio di fronte a queste apparizioni di cose come sconosciute, del loro pensiero, del loro concetto, del loro essere di, provenire ed esistere, che sfiora –o è- un surrealismo metafisico, tanto è realismo.
«Molta arte, oggigiorno, è così priva di connotati che riesce a imporsi più per quantità che per qualità. Ne sono un esempio le installazioni. Creazioni smisurate la cui “ampiezza” sta soprattutto in ciò che manca. Ormai è il titolo a fare l’opera, al punto che l’osservatore, irretito dalle parole, apprezza quello che non vede.
I quadri di Maurizio Bottoni hanno invece il merito di farci uscire dall’equivoco perché consentono, a chi guarda, un rapporto diretto con la realtà. E questo avviene attraverso la missione che Bottoni persegue, attraverso la sua capacità, non di copiare, bensì di esprimere la natura. Ecco quindi che i suoi quadri differiscono dall’opera di un amanuense per diventare strumenti adatti alla conoscenza. I suoi animali, le sue piante, i suoi insetti non sono stati dipinti per suscitare ammirazione verso la straordinaria abilità pittorica di Bottoni, no! Tutto serve ad accompagnare l’uomo verso quella bellezza che è il fine ultimo di ogni cosa.
Se così non fosse Maurizio Bottoni fuggirebbe da una pittura, la sua, dove tutto è prima tradizione e poi ricerca. Perfino la preparazione dei colori, delle tele, delle pergamene tiene conto di quello che fu perché solo chi non dimentica può lasciare una traccia per gli altri. E gli altri siamo noi.
Nel considerare l’opera di Maurizio Bottoni è importante ricordare come ogni suo quadro sia la conclusione di un percorso che sfocia nei giorni nostri e che quindi rappresenta un modo personalissimo di condurre una battaglia contro il banale, il grossolano e l’inconsistente».
(Paolo Longanesi)

Visita il sito del Centro Culturale di Milano per maggiori informazioni

Approfondimenti
Leggi “Bottoni: non mi mi interessa la realtà, ma quello che accade al suo interno”, (ilSussidiario.net, 8/2/2018)


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