UN VIANDANTE SU UN MARE DI LUCE
Friedrich
Devo concedermi totalmente a ciò che mi circonda, unirmi alle mie nuvole e alle rocce, per riuscire ad essere quello che sono. La Natura mi serve per comunicare con la Natura, e con Dio.
Caspar David Freidrich (Greifswald, 5 settembre 1774 – Dresda, 7 maggio 1840) è considerato il pittore più rappresentativo del Romanticismo tedesco, in realtà non è un caposcuola, o un maestro di grande bottega. E’ un onesto pittore, che lavora in solitudine, che ama camminare in montagna e prende appunti, disegna i paesaggi che vede, si immerge nella Natura, e poi li rielabora mescolati alla sua riflessione sulla vita.
Il suo tratto magistrale lo renderà nel 1815 membro stipendiato dell’Accademia di Dresda. Amico di grandi scrittori e intellettuali del tempo (stimato da Goethe, amico di von Kleist, Lund e altri grandi del tempo), seppe cogliere la bellezza di ciò che lo circondava e usarla per messaggi profondi quali la vita, il rapporto con Dio e la morte che apre le porte all’Immortalità.
Pur avendo dipinto paesaggi straordinari, non dipingeva dal vivo, ma in studio, e spesso paesaggi composti con particolari di più luoghi diversi, copiati dai suoi stessi disegni tratti dal vivo. Scriveva: _ “Il pittore non deve soltanto dipingere ciò che vede davanti a sé, ma anche ciò che vede in sé. Se però in sé non vede nulla, tralasci pure di dipingere ciò che vede davanti a sé.” Solo l’unione fra la visione esterna e la visione interna è il segreto per un quadro autentico e sincero. L’arte nasce dall’idea, dalla volontà di rappresentare, e la forma esterna è frutto della ricerca per trovare il modo migliore per comunicare. “Se vuoi sapere cos’è la bellezza, interroga il signore esperto in Estetica. Potrà esserti utile al tavolino del tè, ma non dinanzi al cavalletto: lì devi sentire cos’è bello.”Questo sentire è anche determinato, però, da una felice ispirazione, da quel miracolo creativo per cui l’artista stesso, pur artefice, si trova testimone della nascita dell’opera. Spiega Friedrich: “L’unica vera sorgente dell’arte è il nostro cuore, il linguaggio di un animo infallibilmente puro. Un’opera che non sia sgorgata da questa sorgente può essere soltanto artificio. Ogni autentica opera d’arte viene concepita in un’ora santa e partorita in un’ora felice, spesso senza che l’artista ne sia conscio, per impulso interiore del cuore.”
Questo artista è anche un cristiano, per lui tutto prende senso in Cristo e tutto è parabola del Suo intervento nella nostra vita e nella Storia. Friedrich ha avuto una storia sofferta, ricca di lutti, di malattia, di angoscia…pur tuttavia mantiene sempre il messaggio sereno che nella nebbia delle sofferenze e dei dubbi umani brilla stabile la presenza di Dio, il lumeggiare della Stella del Mattino che annuncia la rinascita e la Risurrezione. Il suo quadro più famoso è “Il viandante sul mare di nebbia”, con un personaggio visto di spalle sulla cima del monte che guarda il paesaggio pieno di luminosa nebbia, appunto, da cui si ergono rocce stabili e, all’orizzonte, il profilo del Rosenberg. L’uomo, alla fine della vita (pare che il dipinto fosse un quadro su commissione per commemorare un defunto) riguarda la sua esistenza, avvolta nella nebbia delle prove e delle incertezze umane, da cui emergono i punti certi che hanno permesso il cammino, tenendo la rotta verso il grande e chiaro monte Rosenberg che rappresenta Dio, la Sua forte e rassicurante presenza che non ci abbandona.
La Mostra che Rivela presenta vuole offrire proprio l’incontro con questo artista e con la sua proposta di cercare la presenza immancabile di Colui che ci ama sempre per primo in ogni istante della nostra vita, e di saper ascoltare la Sua consolazione nella Natura e nella sua bellezza. Segnalo che al Meeting di Rimini del 2002, quando Marco Bona Castellotti la presentò per la prima volta, la Mostra si accompagnava alle straordinarie immagini del DocuFilm ‘Caspar David Friedrich- Genzen der Zeit’ di Peter Schamoni, allora introvabile e che, per chi conosce il tedesco, è oggi reperibile in DVD.
La mostra è stata presentata al Meeting di Rimini nell’anno 2002
Renata Semizzi dell’ Associazione Rivela di Verona